18 marzo 2008

VIOLA STORY



L’Associazione Calcio Fiorentina nasce nel 1926, dalla fusione fra le squadre “Club Sportivo” e “Palestra Libertas”. Inizialmente la divisa era bianco-rossa, a rappresentare i colori del Comune, della Provincia e del vecchio Club Sportivo; questi colori lasceranno spazio al famoso viola col giglio sul petto nel 1929. I primi campionati non sono certo dei migliori ma nell’annata 1930/31 la Fiorentina riesce a raggiungere la tanto sospirata serie A e ad accasarsi nella zona medio-alta della classifica. Nel 1938 è però di nuovo serie B ma il marchese Ridolfi, allora presidente, allestisce una squadre che torna subito nella massima serie. Nel 1939/40 la squadra conquista il suo primo trofeo: la Coppa Italia. Dopo la pausa per la guerra, la Fiorentina appare in miglioramento e nel 1952 raggiunge un ottimo quarto posto dietro a Juventus Milan ed Inter. La Fiorentina lotta e rimane nelle zone alte della classifica fino al 1955/56, anno del primo scudetto viola: la squadra domina dalla prima all’ultima giornata, finendo il campionato con 12 punti in classifica sulla più diretta inseguitrice. Il presidente Befani aveva allestito uno squadrone impenetrabile in difesa e devastante in attacco, integrato dall’ottimo lavoro svolto dall’allentatore Fulvio Bernardini. Questa la formazione: Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini. L’anno successivo allo scudetto la Fiorentina sfiora la vittoria della Coppa dei Campioni; in campionato non riesce però a confermare lo scudetto dell’anno precedente, finendo al secondo posto per quattro anni di fila. Da ricordare in questi anni la partenza del brasiliano Julinho e l’arrivo del grande attaccante Hamrin. Dal 1963 la società persegue una nuova politica: l’acquisto di giovani promettenti che poi diventeranno grandi nomi del calcio italiano e non solo. Questa politica rende i suoi frutti e nel 1968/69 la Fiorentina si laurea per la seconda volta campione d’Italia, grazie ad un rendimento costante e ad una grande rimonta. Formazione: Superchi, Merlo, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Rizzo, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo. Negli anni successivi la Fiorentina proverà a bissare il successo raggiunto nel ’69, ma non lotterà più per lo scudetto a causa di un rendimento troppo discontinuo. Fra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 la Fiorentina comincia a risalire in classifica e a tenersi lontana dalla zona salvezza grazie al leader indiscusso Antognoni. Nella stagione 1980/81 la presidenza passa ai Pontello e grazie ad un ottima campagna acquisti la squadra sfiora lo scudetto nell’83, perdendolo però all’ultima giornata. Dopo il blitz di Socrates, nell’85 arriva a Firenze un giovanissimo, ma già grande, Roberto Baggio che, nonostante gli appelli dei tifosi affinché rimanga in viola, lascerà la squadra nel 1990. L’anno dopo la presidenza passa nelle mani dei Cecchi Gori e la squadra, nonostante l’ottima squadra allestita, nel 1993 finisce in serie B ma ritornerà nella massima serie l’anno successivo. Da segnalare nel 1991 l’arrivo a Firenze del bomber argentino Gabriel Omar Batistuta, soprannominato Batigol. Nell’annata 95/96 la Fiorentina, dopo un lungo testa a testa, finisce terza in campionato e vince pure la Coppa Italia; l’anno dopo in Coppa delle Coppe la Fiorentina viene eliminata in semifinale dal Barcellona, nonostante che un eurogol di Batistuta avesse zittito il Camp Nou. Nella stagione 98/99 la Fiorentina sotto la guida tecnica di Trapattoni raggiunge un terzo posto e l’anno dopo la Champions League regalerà grandi soddisfazioni. Comincia però un lento declino nel 2000 a causa della crisi finanziaria che investe la società: prima viene venduto Batistuta, l’anno dopo salutano Firenze Toldo e Rui Costa, la squadra non ha giocatori per avere una rosa competitiva e nella stagione 2001/2002 arriva penultima in classifica e viene quindi retrocessa in serie B. Ma non finisce qui: tutti voltano le spalle a Vittorio Cecchi Gori in piena crisi finanziaria e il 2 agosto 2002 viene decretato il fallimento della ACFiorentina. Poi Riganò, Di Livio ed ora Luca Toni passando per le mani di Mondonico, lo Zar e Cavasin, oggi è l’era Prandelli.

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