2 maggio 2007

SHEVCHENKO:"SONO DISTRUTTO! MA RESTIAMO UNA SQUADRA COMPETITIVA".

Ha sofferto sugli spalti dell'Anfield Road, senza poter essere d'aiuto ai compagni che si giocavano l'accesso alla finale di Champions League a causa di un problema muscolare all'inguine. A Manchester, nel 2003, era stato proprio Sheva a trasformare il tiro vincente dal dischetto che regalava il trofeo al Milan a spese della Juventus. Due anni dopo ancora lui falliva il rigore decisivo nella finalissima persa dai rossoneri contro il Liverpool.
Ieri l'attaccante ucraino, ora del Chelsea, ha assistito alla disfatta dal dischetto ad opera del Liverpool ed in particolare del suo portiere spagnolo, Pepe Reina. Poi e' stato l'unico giocatore dei Blues a trovare la forza di parlare, mentre gli altri si rifugiavano nel pullman.
"Sono distrutto" ha detto Schevchenko al sito dell'Uefa, commentando la terza eliminazione in semifinale di Champions rimediata dal Chelsea, a partire dal 2004, la seconda ad Anfield. "Abbiamo perso una grande opportunita', sono davvero triste. La squadra si e' comportata molto bene in campo, mostrando carattere, purtroppo i calci di rigore sono sempre una lotteria ha ribadito l'ex rossonero. Entrambe le formazioni hanno tentato di vincere nell'arco dei 120' e alla fine la sorte ci e' stata avversa.
Il Chelsea ha comunque disputato una grande stagione e rimane una squadra competitiva".
Alla vigilia dell'incontro si erano rincorse voci secondo le quali Shevchenko si sarebbe rifiutato di andare in panchina dopo essere stato escluso dalla formazione titolare dal tecnico José Mourinho, ma l'ucraino ha smentito queste ipotesi, dando ulteriori spiegazioni sul suo infortunio. "Sapevo di non poter giocare gia' da domenica, quando il medico ha parlato con la societa' e l'allenatore. Sfortunatamente, in questa parte della stagione ho subito parecchi infortuni. Mi sarebbe piaciuto scendere in campo, ma le mie condizioni fisiche non me lo hanno permesso. Mi sottoporro' ad ulteriori accertamenti e sentiro' che cosa hanno da dire i medici".

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