16 marzo 2010

BECKHAM KO, ADDIO MONDIALI


L’operazione di David Beckham al tendine d’Achille è stata portata a termine con successo dal chirurgo Sakari Orava a Turku, in Finlandia, ma i tempi di recupero saranno lunghi e il centrocampista inglese deve abbandonare ogni speranza di giocare i Mondiali in Sudafrica il prossimo giugno. L’intervento, iniziato alle 17, è durato circa 50 minuti e il giocatore del Milan, infortunatosi domenica contro il Chievo, dovrebbe passare la notte in clinica.

ADDIO MONDIALI - Orava ha escluso la possibilità che Beckham possa essere pronto per andare ai Mondiali con l'Inghilterra: «Beckham ai Mondiali? No, io non penso», ha detto. «La guarigione richiede molto tempo». Beckham starà in buono stato tra sei-otto settimane, dopo di che potrà iniziare una «più vigorosa» fisioterapia. «Per iniziare a calciare e a giocare ci vorranno circa tre mesi. Per avere prestazioni ottimali e piena potenza di calcio e di salto forse un altro mese», ha spiegato il chirurgo che l'ha operato.

SPERANZE DELUSE - «Sono triste ma voglio ringraziare tutti per i messaggi di supporto. Spero in una guarigione rapida e completa», aveva detto l'inglese prima dell'operazione dalle pagine del suo sito personale. Beckham aveva lasciato il suo hotel di Milano attorno a mezzogiorno. Stampelle, cappello e sguardo basso, il centrocampista aveva evitato le domande dei giornalisti che lo aspettavano fuori dall'albergo dove alloggia da quando gioca con il Milan. Prima dell'operazione, il chirurgo Orava, lo stesso specialista che ha operato Yuri Chechi, aveva detto per il giocatore c'era «ancora un briciolo di speranza di poter giocare al Mondiale». Ma poi si è dovuto ricredere avendo trovato il tendine «completamente staccato». Era veramente una speranza remota, visto che lo stesso Fabio Capello aveva già confermato che il sogno di Beckham di partecipare al suo quarto mondiale era finito durante la partita contro il Chievo: «Sono molto triste per l'infortunio di David, sembra proprio che dovrà saltare i Mondiali, sarà un'assenza pesante».

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