1 febbraio 2008

BONO VOX E LA SUA IRLANDA SEMPRE VERDE


Il 29 marzo 2007, e chi se lo dimentica più? Lui, potete giurarci, no: "L'ambasciatore inglese mi nomina cavaliere onorario per conto di Sua Maestà la Regina, in riconoscimento dei miei servizi nella musica rock e nel lavoro umanitario. Per un irlandese è fantastico ricevere un simile premio dalla Gran Bretagna, e per di più a casa propria. Poi, ancora più importante, c'è la conferma della cancellazione del debito internazionale, cominciata proprio in Gran Bretagna, e che permette a 20 milioni di bambini africani di andare a scuola". Ma il meglio deve ancora arrivare. "Quel giorno si gioca Irlanda-Inghilterra per il Sei Nazioni. A Dublino. Al Croke Park. L'ultima volta che gli inglesi entrarono in Croke Park fu 87 anni prima: la polizia sparò sulla folla e uccise 13 persone, 12 spettatori e un giocatore". Il celebre "Bloody Sunday". "Stavolta, invece, i giocatori sono sommersi dagli applausi. Poi, durante l'esecuzione dell'inno "God save the Queen", si osserva il massimo silenzio. Infine il calcio d'inizio. E l'Irlanda martella l'Inghilterra. Non potevo essere più orgoglioso di così".

SOPRANNOME - Paul David Hewson: dal soprannome di Steinvic von Huyseman a quelli di Huyseman, Houseman, Bon Murray, Bono Vox of O'Connell Street, infine, semplicemente e universalmente, Bono. Leader degli U2 e ambasciatore dei diritti umani. Un "Dubliner": nato 47 anni fa, al Rotumna Hospital di Dublino, poi cresciuto a Ballymun, quartiere a nord di Dublino, quindi spostato ai condomini-torri di Cedarwood Road, sempre a Dublino, infine traslocato a Killiney, sempre in balia di quel vento che sa di oceano e Guinness, di rock e rugby. Bono, da buon irlandese, ama il rugby. Quando può, ma può poco, va allo stadio. Altrimenti si appiccica alla tv. "Da piccolo vantavo una suprema fiducia in me stesso, ai limiti della presunzione o della arroganza. Ero bravissimo più intellettualmente che sportivamente. Giocavo a scacchi, e non a rugby. Ero anche abbastanza bravo. A 12 anni partecipai a un torneo internazionale. Non lo vinsi, ma mi comportai bene. E la gente mi fece un sacco di complimenti, perché ero un bambino che giocava contro gli adulti".

UNITA - Papà cattolico e mamma protestante, Bono ha sempre apprezzato come l'Irlanda del rugby fosse una sola, e con una sola religione, e con un solo inno: "Ireland's call". E sugli inni, Bono mischia, propone, provoca. Come quando ha aperto un concerto al Millennium di Cardiff intonando "Land of my fathers", l'inno del Galles. Altre volte il rugby diventa una divisa, un simbolo. Come quando, nel novembre 2006, a Auckland, in Nuova Zelanda, Bono si è esibito con una maglia degli All Blacks, la numero 7, quella di Richie McCaw, il capitano. E alla fine della sua "The saints are coming", Bono si è sfilato la maglia nera degli All Blacks per rivelare quella verde dell'Irlanda. "Ho chiesto alla gente "conoscete questa maglia?", e senza aspettare risposta, tanto era scontata, mi sono girato. Un'ovazione. Indossavo la numero 13, quella di Brian O'Driscoll, il nostro capitano". Bono sostiene che il calcio divide, il rugby unisce: "Il nostro obiettivo è l'eguaglianza. Si dice che ricchi e poveri siano uguali davanti a Dio. Ma ogni giorno 6500 africani muoiono di Aids. Come due 11 settembre al giorno, e non se ne sa nulla".
CUORE - Il rugby irlandese è conosciuto per il suo "fighting spirit": anima, cuore, coraggio, da combattimento. "Come diceva un vecchio giocatore inglese, 'gli irlandesi ti trattano come un re prima e dopo la partita, e ti fanno a pezzi durante'. In Irlanda il rugby è molto più di uno sport. Di un giocatore irlandese, Tony Ward, si diceva che per il rugby le sue gambe fossero più preziose di quanto lo fossero quelle di Marlene Dietrich per il cinema, anche se più pelose". Oggi Bono deve impegnarsi per stare bene fisicamente. "Non posso più bere tanto, mangiare tanto, insomma esagerare. Più vai avanti, più devi fare una vita da atleta. Una volta Bruce Springsteen mi ha detto che avevo il fisico di un rugbista. Poi si è corretto: di un ex rugbista".

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