16 gennaio 2008

UN DERBY SPECIALE A MANCHESTER


Qualche tempo fa avevo segnalato la lodevole iniziativa del Manchester United, che domenica 9 febbraio, in occasione del derby casalingo che arriva solo tre giorni dopo il 50esimo anniversario del disastro aereo di Monaco in cui morirono 23 persone tra cui parecchi giocatori e dirigenti, giocherà con maglie di stile retrò, senza sponsor, marchi e nomi dei giocatori. Ora, alle celebrazioni si è aggiunto anche il City: anche per la squadra di Eriksson maglie senza sponsor tecnico e principale e un fiocco nero cucito in onore dei morti, tra i quali ci fu anche Frank Swift, che a quella trasferta a Belgrado (Monaco era uno scalo tecnico sulla via del ritorno) era andato come giornalista ma che in precedenza era stato grande portiere proprio del City. Gli abbonati del City riceveranno un poster di Swift e chi avrà i biglietti per il derby avrà anche una lettera di Sven Goran Eriksson e del capitano Richard Dunne con un invito a rispettare la memoria dei morti ed il previsto minuto di silenzio. I cantori copia-incolla del cosiddetto modello inglese, ovvero quelli che elogiano - e magari un tempo criticavano - senza avere mai messo piede in quel mondo bellissimo ma ancora di grandi e indomabili passioni, saranno infatti stupiti nell'apprendere che certe tensioni rimangono intatte anche negli stadi con tutti i posti a sedere, e che in alcune partite i canti non sono assolutamente benevoli. Per anni i tifosi del Leeds hanno intonato orride canzoni sul disastro di Monaco, e nell'ottobre del 2005 il minuto di silenzio per Noel Cantwell, ex nazionale nordirlandese ed ex capitano del Manchester United, fu interrotto perché i tifosi del City non lo stavano rispettando. Comprensibile dunque la preoccupazione. Sul piano estetico, una partita tra due squadre con maglie prive di marchi, sponsor e nomi dei giocatori è una delle possibili versioni terrestri del Paradiso. Non l'unica, ma una sì.

(articolo a cura di Roberto Gotta)

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