18 luglio 2007

ANDY CAPP


Nella terminologia utilizzata rispetto alle "questioni giovanili" affiora perpetuo un senso di allarme, una carica fobica che sembra manifestarsi in una vera e propria sindrome paranoide collettiva, definita "sindrome di Andy Capp", in cui ogni giovane assume le allarmanti sembianze di Andy Capp, protagonista assoluto delle famose strip dell'inglese Reg Smythe. Tale fumetto inscena una vivida ed immediata descrizione di un determinato stile di vita, di una sfera comportamentale che trova in Andy Capp il proprio più straordinario interprete: aggressivo, ubriacone, maschilista, sciovinista, sfaticato, qualunquista, tendenzialmente xenofobo, cosmicamente alieno da ogni forma di acculturazione, Andy antropomorfizza lo stereotipo della "bestia sottoproletaria", riesce a rappresentare il modello del giovane marginale: disoccupazione cronica, senso del territorio, penuria economica, aggressività fisica e sessuale.
Questa "sindrome", riferita alle classi dominanti e più in generale al ceto medio, si manifesta come stato di paranoia collettiva indotto dal combinarsi di cinque condizioni: per attivarla, la turbolenza giovanile deve svilupparsi in un periodo segnato da diffusi stati di incertezza sul proprio presente e futuro, di generalizzato rancore, che sfociano nella ricerca di capri espiatori. La seconda condizione essenziale al suo sviluppo è la presenza di un sistema di comunicazione in grado di catalizzare e riamplificare gli stati d'ansia collettiva. La turbolenza giovanile, come terza condizione, deve inoltre tendere a tracimare oltre quei quartieri e quelle porzioni di territorio consuetudinariamente assegnate alla sfera d'influenza del "giovane marginale e turbolento" e parzialmente sottratte a quelle dell'autorità costituita.
Inoltre, l'allarme giovani deve avere tra i propri interpreti, per amplificare la propria portata di sciagura nazionale, non soltanto le consuete "belve del ghetto", quei sottoproletari che la cultura dominante vuole violenti per antonomasia, ma ragazzi di ogni ceto e condizione sociale, a sottolineare il progressivo allargamento dell' "emergenza". Infine, come quinta e ultima condizione, deve possibilmente esprimere valenze tali da rendere le manifestazioni di turbolenza giovanile del tutto estranee al proprio modello culturale.

Nessun commento: