3 maggio 2007

BARTON MANDA DABO ALL'OSPEDALE...



Joey Barton - Il centrocampista più turbolento della Premier League ne ha combinata un'altra delle sue, meritandosi una sospensione fino alla fine della stagione per aver mandato all'ospedale Ousmane Dabo.
LA RISSA - L'ex laziale non è certo capitato in una squadra tranquilla. Tra le scenate semi-isteriche del tecnico "Psycho" Pearce, la lunga squalifica di Thatcher per l'intervento "assassino" su Pedro Mendes il 23 agosto scorso e le pazzie di Barton, il City è finito spesso nell'occhio del ciclone. Stavolta è stato Dabo ad avere la peggio, dopo un diverbio con Barton nato in allenamento. Risultato: bocca ferita da quattro pugni (due dei quali quando il francese era gia in terra) e trasporto d'urgenza al pronto soccorso per la medicazione.
LE "BARTONATE" - Forse Dabo, nel momento in cui ha pensato di litigare con Barton, non ha letto il curriculum del compagno di squadra. Uno che nel Natale 2003, a una festa, gettò un sigaro acceso negli occhi del giovane Jamie Tandy. L’estate seguente, andò in tournée precampionato in Thailandia con la squadra e la trasferta ebbe il seguente bilancio: rissa con un tifoso dell’Everton e bis col compagno Richard Dunne. Barton fu rispedito a casa con 120mila sterline di multa e la richiesta da parte del club di sottoporsi a cure per frenare l’aggressività. I guai veri, però, dovevano ancora arrivare. In una sciagurata notte del novembre 2005, il suo fratellastro Michael e il cugino Paul Taylor incontrarono a Huyton, nella periferia di Liverpool, lo studente di colore Anthony Walker in compagnia di una ragazza bianca. Dopo averlo coperto di insulti razzisti, lo ammazzarono con uno scalpello da ghiaccio. Michael Barton fu condannato a 17 anni e 8 mesi di carcere, mentre Paul Taylor, l’esecutore materiale dell’omicidio, dovrà scontare una pena di 23 anni e 8 mesi. Una vicenda purtroppo ben più grave delle due "bartonate" di Joey in questa stagione, ovvero le due volte in cui ha mostrato il sedere ai tifosi avversari. Prima ha esibito il fondoschiena per sfottere il pubblico dell'Everton, poi si è ripetuto con quelli del Blackburn. Perché per Barton la normalità non esiste.

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