MANCHESTER (Gb), 15 aprile 2007 - Vacilla, sbanda, ma non crolla mai. Il Chelsea ce l'ha fatta un'altra volta: nella seconda semifinale di coppa d'Inghilterra, i Blues hanno avuto la meglio sul Blackburn dopo i tempi supplementari, al termine di una partita dai due volti. Il 2-1 finale porta la firma di due centrocampisti, Lampard e Ballack, che hanno reso inutile il gol dei Rovers segnato da Jason Roberts.
DUELLO INFINITO - E dunque sarà ancora Manchester Utd contro Chelsea. Sabato i Red Devils si erano sbarazzati senza troppi problemi del Watford, con un 4-1 ottenuto sul neutro di Birmingham. I Blues di Mourinho, che in questa stagione contendono agli uomini di sir Alex Ferguson campionato e Champions League, hanno raggiunto la finale di Wembley battendo un buon Blackburn. Il 19 maggio, quindi, l'edizione 2006-07 del torneo calcistico più antico del mondo avrà un epilogo davvero prestigioso.
AL TEATRO DEI SOGNI - Curiosamente, per andare avanti in coppa d'Inghilterra, il Chelsea ha dovuto vincere all'Old Trafford, la casa dei rivali dello United. Un particolare che avrà fatto piacere a Mourinho, sempre attento a ogni tipo di discorso psicologico. I Blues hanno dominato il primo tempo andando in vantaggio al 16' con Lampard, servito da Ballack e implacabile nel diagonale. Shevchenko ha avuto la grande chance per chiudere subito i conti, ma è scivolato sul più bello. E allora il Blackburn, dopo aver soltanto subìto per tutto il primo tempo, ha capito di potersela giocare nella ripresa. Roberts ha chiamato all'intervento l'ottimo Cech, poi Pedersen ha centrato il palo di testa. Il norvegese è stato più fortunato al 19' del secondo tempo: la sua punizione, come al solito velenosissima, ha trovato la deviazione vincente di Roberts per l'1-1. E a quel punto i Rovers avrebbero anche potuto conquistare la finale, se Pedersen avesse centrato il bersaglio a dieci minuti dalla fine o se Cech non avesse trovato un riflesso prodigioso per evitare l'autorete a Terry. Passata la mareggiata, il Chelsea ha saputo ritrovarsi. E Ballack, al minuto 109, si è avventato su un pallone vagante in area per il definitivo 2-1. Perché il Chelsea vacilla, sbanda, ma non crolla mai.
DUELLO INFINITO - E dunque sarà ancora Manchester Utd contro Chelsea. Sabato i Red Devils si erano sbarazzati senza troppi problemi del Watford, con un 4-1 ottenuto sul neutro di Birmingham. I Blues di Mourinho, che in questa stagione contendono agli uomini di sir Alex Ferguson campionato e Champions League, hanno raggiunto la finale di Wembley battendo un buon Blackburn. Il 19 maggio, quindi, l'edizione 2006-07 del torneo calcistico più antico del mondo avrà un epilogo davvero prestigioso.
AL TEATRO DEI SOGNI - Curiosamente, per andare avanti in coppa d'Inghilterra, il Chelsea ha dovuto vincere all'Old Trafford, la casa dei rivali dello United. Un particolare che avrà fatto piacere a Mourinho, sempre attento a ogni tipo di discorso psicologico. I Blues hanno dominato il primo tempo andando in vantaggio al 16' con Lampard, servito da Ballack e implacabile nel diagonale. Shevchenko ha avuto la grande chance per chiudere subito i conti, ma è scivolato sul più bello. E allora il Blackburn, dopo aver soltanto subìto per tutto il primo tempo, ha capito di potersela giocare nella ripresa. Roberts ha chiamato all'intervento l'ottimo Cech, poi Pedersen ha centrato il palo di testa. Il norvegese è stato più fortunato al 19' del secondo tempo: la sua punizione, come al solito velenosissima, ha trovato la deviazione vincente di Roberts per l'1-1. E a quel punto i Rovers avrebbero anche potuto conquistare la finale, se Pedersen avesse centrato il bersaglio a dieci minuti dalla fine o se Cech non avesse trovato un riflesso prodigioso per evitare l'autorete a Terry. Passata la mareggiata, il Chelsea ha saputo ritrovarsi. E Ballack, al minuto 109, si è avventato su un pallone vagante in area per il definitivo 2-1. Perché il Chelsea vacilla, sbanda, ma non crolla mai.
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