29 febbraio 2008
28 febbraio 2008
LA CORSA DEI GUNNERS RICOMINCIA CONTRO I VILLAN'S
Si e' assottigliato il vantaggio dell'Arsenal, che alla vigilia della trasferta di Milano in Champions, puo' contare solo su tre punti di vantaggio sul Manchester United in vetta alla Premiership. Un margine diminuito dopo il pareggio di Birmingham costata la stagione a Eduardo. Nulla di compromesso comunque per gli uomini di Arsene Wenger che attendono la visita all'Emirates stadium dell'Aston Villa. Un avversario tra i piu' scomodi in questo momento: ha perso una sola gara nelle ultime 11 disputate, totalizzando nel complesso 20 punti.
Impegno a Londra anche per lo United che dopo essere tornato alla vittoria strapazzando il Newcastle fa visita al Fulham, penultimo, a cui neppure l'arrivo
di Roy Hodgson pare aver giovato. Fuori casa gli uomini di Sir Alex Ferguson hanno vinto gia' sette volte, una in piu' delle sconfitte casalinghe dei Cottagers. Smaltita la delusione per la brutta sconfitta nella finale di Coppa di Lega il Chelsea, staccato nove lunghezze ma con una gara da recuperare, riparte dal
derby con il West Ham. Impegno in trasferta per il Liverpool, prossimo avversario dell'Inter in Champions League, che domenica fa visita al Bolton. Per i Reds, attardati di 17 punti dalla vetta ma soprattutto a -3 dal quarto posto occupato dai cugini dell'Everton, l'obbligo di non fare passi falsi, sfruttando al meglio l'ottimo momento di Fernando Torres (21 gol stagionali).
Dopo aver superato con insospettabile autorevolezza il Manchester City, l'Everton - che negli ottavi di Coppa Uefa se la vedra' con la Fiorentina - ha rinnovato
le sue ambizioni europee e domenica ospitera' il Portsmouth, all'inseguimento di una difficile qualificazione in Coppa Uefa. Completa il programma la sfida di Manchester dove il City cerca il rilancio a spese del Wigan. (
EL NINO A VITA CON I REDS SE SARANNO VINCENTI..
Fernando Torres assicura di voler restare ad Anfield fino al termine della carriera ma a condizione che il Liverpool vinca qualcosa di importante. Reduce dalla tripletta messa a segno contro il Middlesbrough, che ha portato il suo totale nella sua prima stagione a Liverpool a 21 reti, l'attaccante spagnolo confessa di trovarsi benissimo in Inghilterra e di essere pronto a firmare a vita per i Reds.
Ma pone delle condizioni. "Spero di restare qui a lungo - le parole dell'ex attaccante dell'Atletico Madrid -. Ho ancora sei anni di contratto e per il momento va tutto benissimo. Anzi mi auguro di restare anche piu' a lungo. Sono venuto per vincere il campionato, quest'anno o il prossimo, e' questo l'obiettivo. Ho 23 anni e non ho ancora vinto nulla, preferirei essere ricordato come qualcuno che ha aiutato il Liverpool a vincere piuttosto che come un grande cannoniere".
Il bilancio personale, comunque, finora e' stato eccellente. "Ho gia' battuto il mio record di gol in una stagione e abbiamo ancora moltissime partite per migliorare questa stagione. Ovviamente voglio segnare tanti gol ma e' ancora piu' importante che la squadra faccia bene. E perche' il Liverpool diventi piu' forte e' indispensabile la presenza di Rafa Benitez, a cui restero' sempre legato da un rapporto di stima e gratitudine".
FERGUSON SCATENATO CONTRO L'AVIDITA' DEI PROCURATORI...
Sir Alex Ferguson contro i procuratori che manipolano la volonta' dei giocatori, sempre piu' avidi di soldi. L'ira del manager del Manchester United e'esplosa dopo l'ennesimo 'no' dell'agente di Wes Brown, difensore inglese dello United, nella trattativa per il rinnovo del contratto. Il 28enne terzino, in scadenza a fine stagione, pare destinato a lasciare l'Old Trafford nonostante i tentativi di Ferguson di trattenerlo.
Un destino che secondo il manager scozzese dipende interamente da Paul Martin, il procuratore di Brown, che chiede sempre piu' soldi. "I giocatori oggigiorno sono nelle tasche dei procuratori - lo sfogo di Ferguson -. E' una situazione che mi rattrista molto. Sono i procuratori che decidono tutto. Abbiamo presentato un'ottima offerta a Wes, quest'anno ha giocato molto bene e abbiamo fiducia in lui. E' con noi da quando ha 12 anni eppure il suo agente non se ne cura e fa
solo i suoi interessi".
Un destino che secondo il manager scozzese dipende interamente da Paul Martin, il procuratore di Brown, che chiede sempre piu' soldi. "I giocatori oggigiorno sono nelle tasche dei procuratori - lo sfogo di Ferguson -. E' una situazione che mi rattrista molto. Sono i procuratori che decidono tutto. Abbiamo presentato un'ottima offerta a Wes, quest'anno ha giocato molto bene e abbiamo fiducia in lui. E' con noi da quando ha 12 anni eppure il suo agente non se ne cura e fa
solo i suoi interessi".
27 febbraio 2008
I.C.F. & CASS PENNANT
Molto calcio, siamo inglesi, molti calci, siamo l'I.C.F. (InterCity Firm)' Firm, in italiano ditta. InterCity Firm, tradotto letteralmente, la ditta dell'Intercity, un nome da discreta compagnia di servizi ferroviari. Eppure gli onorati soci di questa ditta non vestivano tute fosforescenti e non correvano frenetici lungo le banchine. O meglio, lo facevano, ma in genere si trattava di inseguimenti, risse furibonde e duelli all'arma bianca. Ora, passata la tempesta dei vent'anni, questi corpulenti e «segnati» lord britannici si occupano di attività del tutto legali. Uno possiede una compagnia discografica, un altro fa il broker, un altro ancora il muratore. Fedeli al detto che «se non hai avuto una gioventù bruciata hai bruciato la tua gioventù», hanno rappresentato per una decina d'anni il peggior incubo delle altre tifoserie inglesi, dei tutori dell'ordine e, incredibile ma vero, anche della granitica first lady Margaret Thatcher. L'I.C.F. era l'incontrollabile gruppo di hooligan al seguito del West Ham United (una delle più blasonate squadre londinesi, quella in cui gioca Paolo Di Canio, maglia amaranto-azzurra, due martelli incrociati come simbolo). Cass Pennant, enorme nero londinese, ne è uno dei membri originari e più rispettati. Ora scrive per giornali e cinema (è stato anche consulente alla sceneggiatura di Snatch) e ha deciso di raccontare la sua storia, e il libro è diventato il caso editoriale dell'anno. La storia sua e di un gruppo ristretto di amici, i fondatori e le guide spirituali di questa organizzata e solidissima armata. Con l'incondizionata adesione di tutta la banda, Pennant non ha scritto il libro-scandalo di un pentito ma il racconto fiero e quasi commosso di un gruppo che vanta centinaia di tentativi di imitazione, nessuno riuscito. Un coro sincero che canta la leggenda nata alla fine degli anni Settanta, un gruppo di autoconvocati, di fuoriusciti stufi di lotte intestine e di gelosie tra «mob», tra bande di tifosi dello stesso club. Il West Ham è la squadra più proletaria di Londra, la squadra del popoloso e violento East End. Bill Gardner, Big Ted, Andy Swallow, «Animal» Ikoli e molti altri sono stati per anni i suoi più fedeli e decisi sostenitori: migliaia di ragazzini inglesi si sono ispirati alle gesta (eroiche o meno, dipende dai punti di vista') di questi guerrieri degli spalti. Un gruppo con una scala gerarchica, con una sezione giovanile (la temuta Under Fives Posse) e regolari biglietti da visita: quelli che lasciavano ai doloranti e feriti tifosi avversari dopo gli scontri. Semplici biglietti rettangolari con una scritta a caratteri cubitali: «Congratulazioni ' Hai appena incontrato la I.C.F.».
1972 - CRAZY TRAIN
Nella stagione 72/73 la FL organizzò un treno speciale chiamato
Leagueliner da mettere a disposizione alle tifoserie che ne facevano
richiesta per le loro trasferte. In poche parole un tot numero di
corse venivano organizzate ogni sabato per trasportare ad esempio i
fans del Man Utd a Londra per la gara con l'Arsenal o viceversa
piuttosto che quelli del Burnley verso Qpr o viceversa. Ma la
particolarità era che questo treno era strutturato con una serie
incredibile di "facilities" in grado di soddisfare tutte le fasce di
età dei tifosi; quindi ecco un vagone prettamente destinato alle
famiglie con 4 schermi tv, tavolo per giocare a carte oppure udite,
udite il vagone discoteca per i + giovani con luci, impianto di
amplificazione e disc-jockey. Ovviamente non mancavano i bar da
quello + semplice con snacks e birra a quello + raffinato con
possibilità di ottenere un pasto completo e champagne. Il successo
ottenuto durante la season 72/73 fu enorme e le cronache riportano
come il servizio era stato gradito, non vi erano stati
danneggiamenti a bordo e neppure problemi di ordine pubblico.
L'allora segretario della FL Alan Hardacker dichiarava che se i
tifosi vengono trattati come essere umani si comporteranno come
tali. I prezzi erano divisi secondo i tipi di servizi a cui si
voleva accedere ma ritenuti giusti dai vari tifosi intervistati.
Inoltre nei vari viaggi si era notato un aumento di presenze delle
famiglie. Il tutto venne riproposto per la stagione 73/74
anche se l'esperimento non entrò negli usi e abitudini dei tifosi dell'epoca e
terminò per motivi vari.
LA ROSA ROSSA CONTRO LA ROSA BIANCA....
I 3 lions, simbolo della nazionale inglese, trova la sua origine nello stemma di re Riccardo (king Richard) anche se l'originale, come anche presente sul Royal Standard o stendardo reale, prevede i tre leoni ( che poi in realtà erano prima uno soltanto e poi 2 leoni o leopardi ) in giallo (o oro in araldica) in campo rosso e risalenti al 1168. L'adattamento dei leoni blu in campo bianco fu fatto per accompagnare fin dall'origine i colori della nazionale (dapprima maglia, calzoni bianchi, calze blu e poi maglia bianca e calzoncini blu). Mentre le rose rosse che fanno da cornice al simbolo dei 3 lions non sono altro che la ripetizione del simbolo floreale dell'England ovvero la rosa rossa dei Lancaster, casato che ebbe la meglio sui York (simbolo la rosa bianca, ancora simbolo del Yorkshire) nella guerra civile delle due rose. Rosa rossa che fu subito adottata da tutti i casati che si succedettero nel conduzione del regno.
BLUES ON AIR - 1957
Il Chelsea è stata la prima squadra in Inghilterra ad utilizzare l'aereo per una partita in trasferta. Era il 19 aprile 1957 e la formazione da affrontare era il Newcastle. Il Chelsea è stata la prima squadra che in First Division giocò di domenica. Lo sfidante era lo Stoke City ed era il 27 gennaio 1974.
ECCO I PRIMI CLUBS FONDATI NEL REGNO UNITO
LA MAGLIA DEGLI SPURS DEL TOTTENHAM
Le prime maglie degli spurs furono blu navy con uno scudetto scarlatto sul lato sinistra della maglia, con una grande lettera "H".
Le maglie ed il colore furono decisi durante un incontro prima dell'inizio della stagione calcistica 1883/84.
Alla fine della stagione 1884-85, il club cancellò l'ultima amichevole stragionale ed andarono ad assistere alla finale di F.A.Cup,
tra Blackburn Rovers e Queen's Park (club Scozzese). Il Blackburn vinse 2-0 e fu la seconda delle tre finale che vinse consecutivamente.
La diregenza dei spurs decise così di adottare la maglia a metà bianca e blu come il Blackburn Rovers, ma mantenne sulla sinistra della
maglia la "H". All'inizio della stagione 1889-90 gli spurs cambiarono la loro maglia blu navy e bianca e spari anche la lettera "h".
La stagione seguente gli spurs giocarono con una maglia rossa insolita e dei calzettoni blu. Questi colori non durarono a lungo perchè il Preston North End persuase la dirigenza Spurs a tornare ai vecchi canonici colori.
Nella stagione 39-40 per la prima volta nella storia della Football League comparvero i numeri dietro le maglie dei giocatori del Tottenham Hotspur.
Nella stagione 1920-21 per la prima volta apparve sulla bianca maglietta del Tottenham il famoso "Cockerel" (Galletto),era blu in uno scudo bianco.
Questo rimase invariato sino alla stagione 65, qui cambiò, scomparve lo scudo ed il "Cockerel" divenne più piccolo e sotto le sue zampe comparve una sfera.
Nella stagione 1983 per la prima volta nelle candide maglie dei Spurs comparve lo sponsor ( Holsten )che rimase sulle maglie dei Spurs fino al 2001-02 tranne una breve parentesi Hewlett Packard.
26 febbraio 2008
UNA GAZZA DA DIFENDERE, PAUL NON STA BENE...
La fine di una stella per cui tutti, inglesi e no, sono invitati a pregare. Negli inserti sportivi dei giornali d’Oltremanica non si parla d’altro che del ricovero coatto di Paul Gascoigne al Middleton St. George Hospital di Darlington. Ricovero che si è reso necessario dopo gli assurdi comportamenti mostrati nei giorni scorsi dall’ex campione, secondo quanto stabilisce la Mental Health Act (ovvero la legge sulla salute mentale che permette alla polizia di fermare e far rinchiudere chiunque presenti sintomi di disturbi psichici e sia un pericolo per l’incolumità altrui). Poco prima che lo staff dell’hotel Malmaison di Gateshead, il suo paese natale, si decidesse a buttarlo fuori dalla lussuosa struttura (vi era arrivato tre settimane prima, proveniente dal Gateshead Marriott, da dove era stato cacciato), Gascoigne aveva aperto la porta della sua stanza da 240 sterline a notte (318 euro) nudo e con la scritta MAD (pazzo, ndr) scarabocchiata sulla fronte con un eyeliner. Fra l’altro, sembra che il personale femminile dell’albergo non si avvicinasse più da un pezzo alla sua camera, perché Gazza era solito esibire le proprie parti intime a qualunque donna gli capitasse a tiro. Ma è stato quando ha fatto scattare l’allarme antincendio - l’ultimo di una serie di sconcertanti episodi che il tabloid ha raccolto grazie a numerose testimonianze - che la direzione lo ha messo alla porta. A quanto si legge, pare che l’ex asso di Lazio, Tottenham e Newcastle vivesse da due mesi in compagnia di un paio di pappagalli finti, a cui, però, si rivolgeva come se fossero veri, e spesso vagasse per l’hotel con loro sul braccio, sparando insulti a tutti quelli che incontrava. Non solo, era anche solito ordinare fegato crudo al servizio in camera, che poi lasciava lì e mangiava il giorno successivo, dicendo che gli faceva bene per il sangue. Bandito dal Malmaison, Gascogine avrebbe cercato una nuova sistemazione nel vicino Hilton, ma quando gli è stata rifiutata la camera, ha cominciato a dare in escandescenze, costringendo il personale a chiamare la polizia che, una volta arrivata sul posto, lo ha caricato a forza su un van e lo ha portato all’istituto psichiatrico, dove Gascoigne è guardato a vista dall’altra sera, per il timore che possa togliersi la vita. "Quando lo hanno portato via – ha raccontato una fonte al giornale – Gascoigne stava delirando, batteva i lati del furgone e gridava. Era sotto l’influenza di qualche droga, perché un momento sembrava allegro ed euforico e un attimo dopo si accasciava sulla sedia, con la testa all’indietro e gli occhi fuori dalle orbite. Tutti segni che denoterebbero un largo uso di cocaina. Continuava a parlare della cocaina ed era diventato assolutamente paranoico, sostenendo che quelli del room service e i ragazzi delle consegne takeaway lo avevano costretto a prenderla. E anche quando stava al Marriott pare prendesse un sacco di coca, tanto che una volta lo staff non riuscì a svegliarlo per due giorni e tutti erano angosciatissimi. Per questo, lo mandarono via. Quando si è finalmente calmato un pochino, ha detto di essere felice di essere venuto via da Newcastle, perché "non ne poteva più delle persone che gli stavano addosso". Qualche settimana fa proprio il Sun raccontò che Gascoigne passava intere giornate chiuso nella sua stanza a giocare con la console Nintendo e a ubriacarsi, malgrado fosse ancora sotto farmaci dopo l’operazione all’anca dello scorso dicembre. "Tutti in albergo erano preoccupati per i mix di pillole ed alcool che l’ex giocatore ingurgitava – ha continuato la fonte -, ma erano anche terrorizzati all’idea della cattiva pubblicità che ne sarebbe derivata nel caso in cui Gazza avesse continuato a bere fino a morirne. Stava chiaramente uscendo fuori di testa ed era sempre solo, un paio di persone sono venute a trovarlo, ma mai nessuno in maniera regolare. Aver fatto scattare l’allarme antincendio e aver preso per il collo il portiere di notte è stato l’ultimo atto". Non appena si è sparsa la notizia del suo ricovero, i siti online dei giornali sono stati presi d’assalto da centinaia di fan, pronti a lasciare un messaggio di augurio e speranza per il tormentato campione. Stando al Sun, non sarebbe, invece, arrivato alcun commento da parte della famiglia. "Non ne sappiamo niente", hanno tagliato corto la sorella Anna-Marie e l’amico Jimmy Cinquepance Gardner.
I DIAVOLI ROSSI DI SALFORD....
Red Devils è il nickname con il quale vengono comunemente chiamati, da tifosi e mass media, i giocatori del Manchester United. Ma come nasce questo soprannome? Dalla fondazione del 1878 al 1902, anno del cambiamento del nome del club di Manchester da Newton Heath a Manchester United, i giocatori venivano chiamati "The Heathens". Appellativo questo che richiamava chiaramente il nome Newton Heath, che viene tutt'ora usato ma solamente da alcuni nostalgici e molto anziani tifosi dello United. Subito dopo il cambiamento di nome in Manchester United i dirigenti di inizio secolo scelsero anche nuovi colori sociali, che dagli originali verde-oro diventarono rossi e bianchi, per la precisione maglia rossa e pantaloncini bianchi. Colori questi molto in voga tra i clubs anglosassoni di quell'epoca. Proprio in virtù del colore rosso della maglia i giocatori del Manchester United cominciarono ad essere chiamati " The Reds", mentre il club venne identificato con l'abbreviazione United, tutt'ora usatissima. Questo fino alla metà degli anni cinquanta, quando la giovane e vincente squadra plasmata dal manager Matt Busby venne identificata dall'immaginario collettivo come "The Busby Babes", accantonando di conseguenza The Reds, soprannome per altro usato anche dai vicini rivali del Liverpool.
Quando l'8 febbraio 1958, di ritorno da Belgrado dopo una trasferta di Coppa dei Campioni, l'aereo con i Busby Babes si schiantò a Monaco provocando la morte di ben 8 giocatori, cancellando di fatto quasi l'intera squadra il soprannome tanto caro ai tifosi dello United venne, per ovvie ragioni, tristemente accantonato.
All'inizio degli anni sessanta il Salford Rugby, società rugbistica di Manchester fondata nel 1873 con il rosso come colore sociale, intraprese una tournee in Francia nel quale vennero soprannominati " The Red Devils". Al manager Matt Busby, venuto a conoscenza delle cosa sui giornali, piacque moltissimo l'idea del simbolo del diavolo cattivo, utile, secondo il grande manager, ad intimidire gli avversari in campo e fuori. Busby dichiarò quindi a mezzo stampa che i suoi giocatori dovevano essere chiamati diavoli rossi ed il club, per permettere un immediato abbinamento tra il nuovo nickname ed il club, incorporò il logo con il diavolo dapprima sui match programmes e subito dopo sulle sciarpe. Nel 1970 anche lo stemma venne ridisegnato e venne inserito lo sfacciato diavolo con tanto di forcone al centro del nuovo badge.
Tale devil badge venne incorporato nel 1973 anche sulle maglie dopo che la Football Association raccomandò ai tutti i clubs di registrare i propri crests. Da allora il diavolo del Manchester United è uno dei simboli commerciali più conosciuti al mondo.
REDS E LIVER BIRD....THE STORY
Originariamente i "reds" avevano i colori sociali molto simili a quelli dell'altra squadra di Liverpool, l'Everton. Nelle stagioni 1892-94 i futuri reds, giocavano con una maglia bicolore bianco-celeste! Nel 1894 si passò al tradizionale rosso, ma per ora solo per le maglie, calzoncini e calzettoni erano bianchi. Nel 1901 fu adottato come simbolo societario il "Liver Bird", uccello mitologico riprodotto sul municipio della città. Ad oggi si è ancora incerti a che "specie"appartenga il "liver Bird", per molti è un grifone per altri un cormorano.
Il "Liver Bird"però apparirà sulle maglie dei reds soltanto nella stagione calcistica 1957-58. In quegli anni il "Liver bird" appariva sulla maglie reds in un grande scudetto bianco con all'interno il "Liver Bird"rosso.
Questo "badge" rimase inalterato fino alla stagione 1970.
Nel 1964 poi ci fu un altro grande cambiamento nella divisa del Liverpool, venne abbandonato il bianco ed ora anche i calzoncini ed i calzettoni diventarono rossi, il merito fu di Bill Shankly, allenatore dell'epoca che disse:”Così tutti in rosso i miei ragazzi sembrano più alti e grandi per gli avversari..”.
Dal 1970 al 1976 sulle maglie dei reds il "Liver Bird" era in grigio con sotto di esso la lettere L.F.C.(Liverpool Football Club), spari' l'enorme e bellissimo scudo bianco.
Dal 1976 al 1985 il "mitico" simbolo del "Liver Bird" mantenne la stessa forma del precedente ma cambiò colore e divenne giallo. Con questo "liver bird" cucito sulla maglia il Liverpool ottenne i maggiori successi, in patria ed in Europa.
Poi venne Hillsborough ed il simbolo dei reds cambiò: il simbolo tradizionale il "Liver Bird""e dentro uno scudo il tutto è sormontato da una stilizzazione dell'ingresso del mitico Anfield, dedicato a Shankly, e la scritta You’ll Never Walk Alone, la più bella ed emozionante canzone da stadio di sempre, che è l'inno dei reds. Le fiamme ai lati dello scudo sono in ricordo delle vittime di Hillsborough.
LA SCIMMIA FRANCESE è STATA IMPICCATA....
Il nickname dei giocatori dell'Hartlepool United è "Pools", dal fatto che la città di Hartlepool era divisa in West Hartlepool e East Hartlepool. Il football club nacque dalla fusione delle due realtà cittadine, fatto che spiega così il plurale Pools. La mascotte della squadra di calcio di Hartlepool, l'Hartlepool United, è una scimmietta. Ma dove nasce questo curioso abbinamento?
Il folkore britannico è ricco di storie strane e divertenti, ma poche reggono il confronto con la leggenda della scimmia impiccata. La curiosa leggenda nasce durante le guerre napoleoniche all'inizio dell'800: all'epoca, la piccola comunità di Hartlepool nel Cleveland era terrorizzata dalla possibilità di un'invasione francese. In una giornata tempestosa di dicembre, dalla costa di Hartlepool venne avvistata al largo una nave francese, la Chasse Marée, che sbattuta dai forti venti e dalle onde impetuose, colò a picco, mentre i rottami del naufragio vennero gettati a riva. Tra i rottami si trovava l'unica superstite, la scimmietta di bordo vestita per gioco con una piccola uniforme militare. Non avendo mai visto prima né una scimmia né un francese, gli impavidi pescatori iniziarono a interrogare la povera scimmietta con una specie di processo organizzato direttamente sulla spiaggia; così giunsero alla conclusione che la scimmia doveva essere una spia francese e che andava quindi condannata a morte per impiccagione, eseguita su un albero di un peschereccio.
Nel 2005 un osso animale fu ritrovato sulle spiaggie di Seaton Carew (Hartlepool). All'inizio si pensò alla scimmia uccisa ma poi si stabilì che quell'osso apparteneva ad un cervo vissuto 600 anni prima. Tuttavia questa curiosa storia rimane un mistero al quale molti però non vogliono credere sostenendo la teoria che gli abitanti di Hartlepool, città marinara molto attiva sin dal nono secolo D.C., non potevano essere all'oscuro di come fossero i francesi nel 1805, anno in cui viene cronologicamente fissata la leggenda.
FENOMENALE L'EVERTON DI MOYES, 4 IN PREMIER LEAGUE.
L’allenatore dell’Everton David Moyes ritiene che la Coppa UEFA abbia dato entusiasmo alla sua squadra, vittoriosa 2-0 sul campo del Manchester City nel classico monday night..
I Toffees occupano la quarta posizione e precedono di tre punti i cugini del Liverpool. Il nigeriano Yakubu ha portato in vantaggio l’Everton intorno alla mezz’ora deviando in rete un cross di Tim Cahill. Lescott, invece, ha poi messo
al sicuro il punteggio prima dell’intervallo intervenendo di testa su un cross di
Lee Carsley. L’Everton affronterà la Fiorentina negli ottavi di finale di Coppa UEFA, con l’andata in programma in Italia la prossima settimana. Moyes considera che l’esperienza europea abbia fatto da volano per la sua squadra in campionato. "Stiamo giocando con determinazione e maturità, che ci deriva dalla gare in Europa.
La squadra crede nei suoi mezzi, e io certamente credo nei giocatori”.
AVRAM'S CON LE ORE CONTATE.... ABRAMOVICH PENSA AL FUTURO
Rischia di essere gia' finita la luna di miele tra Avran Grant e il Chelsea: tutta colpa della finale di Coppa di Lega giocata malamente dai Blues, e finita ancora peggio. Arrivato a Stamford Bridge lo scorso settembre in sostituzione di Jose Mourinho, l'ex Ct di Israele ha avuto un'eccellente impatto sul rendimento, ed i risultati, del Chelsea, meritandosi, lo scorso dicembre, il rinnovo del contratto per altri quattro anni.
Prima di domenica scorsa Grant, in 34 gare sulla panchina del Chelsea, poteva vantare un record di 24 vittorie e otto pareggi. E due sconfitte, pesanti, contro Manchester United e Arsenal, fallendo sfide cruciali per il titolo. Come nella finale contro
il Tottenham a Wembley dove il Chelsea ha smarrito desolatamente
il primo dei quattro obiettivi stagionali. La formazione schierata e l'atteggiamento dimesso (quasi distaccato) del tecnico al termine dei tempi supplementari hanno sollevato piu' di una perplessita', sia tra i supporter dei Blues sia in seno alla societa'. Il timore dalle parti dello Stamford Bridge e' che Grant sia si' un ottimo allenatore, ma incapace di fare la differenza, necessaria per vincere.
Piu' Claudio Ranieri che Mourinho, sintetizza il Daily Mail, secondo cui il tecnico israeliano dovra' vincere qualcosa da qui alla fine della stagione per salvare la panchina. In caso di esonero il favorito alla successione sarebbe Frank Rijkaard che a Londra ritroverebbe Ten Cate, ex tecnico dell'Ajax e oggi vice di Grant.
Prima di domenica scorsa Grant, in 34 gare sulla panchina del Chelsea, poteva vantare un record di 24 vittorie e otto pareggi. E due sconfitte, pesanti, contro Manchester United e Arsenal, fallendo sfide cruciali per il titolo. Come nella finale contro
il Tottenham a Wembley dove il Chelsea ha smarrito desolatamente
il primo dei quattro obiettivi stagionali. La formazione schierata e l'atteggiamento dimesso (quasi distaccato) del tecnico al termine dei tempi supplementari hanno sollevato piu' di una perplessita', sia tra i supporter dei Blues sia in seno alla societa'. Il timore dalle parti dello Stamford Bridge e' che Grant sia si' un ottimo allenatore, ma incapace di fare la differenza, necessaria per vincere.
Piu' Claudio Ranieri che Mourinho, sintetizza il Daily Mail, secondo cui il tecnico israeliano dovra' vincere qualcosa da qui alla fine della stagione per salvare la panchina. In caso di esonero il favorito alla successione sarebbe Frank Rijkaard che a Londra ritroverebbe Ten Cate, ex tecnico dell'Ajax e oggi vice di Grant.
REDS IN VENDITA! ORA SEMBRA PROPRIO COSI'...
Il Liverpool e' in vendita: dopo appena 12 mesi dal loro arrivo ad Anfield i
tycoon americani Tom Hicks e George Gillet Jr. si preparano a vendere il club ad una societa' d'investimenti controllata dal governo di Dubai.
Secondo il Times il passaggio di proprieta' potrebbe finalizzarsi in tempi relativamente brevi, gia' entro la fine della stagione in corso.
La trattativa, iniziata ormai da alcuni mesi, ha registrato un'accelerazione dopo gli incontri tra Hicks e i dirigenti di Dubai International Capital prima a Dubai quindi a Londra la scorsa settimana. Il magnate statunitense, proprietario anche dei Dallas Stars e dei Texas Rangers, pare intenzionato a vendere il suo 50 per cento gia' a meta' marzo. Piu' in ritardo la trattativa con Gillet, che pure ha manifestato l'intenzione di cedere le sue quote. Lo scorso 6 febbraio la coppia statunitense aveva annunciato l'avvenuto takeover dopo aver pagato una cifra vicina ai 290 milioni di euro, una valutazione lievitata a circa 530 milioni di euro un'anno dopo
25 febbraio 2008
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