26 giugno 2008

TORNA IL CALCIO STORICO, QUELLO FIORENTINO !!!




FIRENZE, 25 giugno 2008 – Il calcio storico è tornato. La finale del 2008 va ai Rossi di Santa Maria Novella. Battuti (9 cacce e mezza a 4) gli azzurri di Santa Croce. Gara intensa ma corretta, combattuta ma leale.
NO VIOLENZA - Era l'edizione più attesa, quella che tornava dopo un anno di sospensione e uno di pausa. Due anni fa il torneo era stato sospeso perché la partita d'esordio era degenerata in rissa. Un anno fa mancavano le adeguate misure di sicurezza. Quest'anno la ripresa, con l'ennesimo nuovo regolamento: calcianti con meno di quarant'anni e senza condanne penali gravi (i Verdi non hanno partecipato per protesta verso le nuove norme). Il calcio storico è tornato e dietro si è portato pure una specie di terzo tempo: al termine della finale scambio di complimenti e abbracci tra i giocatori delle due squadre.
TRADIZIONE – La gara di ieri (c'era il pienone in Santa Croce, nonostante il caldo) ha avuto tre momenti chiave: il primo dei Rossi che partono fortissimi, portandosi in avanti per 4 cacce a zero. Ecco allora la reazione degli azzurri (siamo sul 5 e mezzo a 4), e il crollo successivo con il definitivo e largo successo dei Rossi. Festeggia anche l'assessore allo sport e alle tradizioni popolari, Eugenio Giani: "Hanno vinto lealtà, legalità e rispetto. E'stato il torneo del rilancio del calcio storico". E di un'intera tradizione.

Il Calcio "storico" fiorentino, conosciuto anche col nome di Calcio in livrea o Calcio in costume, è una disciplina sportiva che affonda le sue origini in tempi molto antichi. Ad oggi è riconosciuto da molti come il padre del gioco del calcio, anche se almeno nei fondamentali ricorda molto più il rugby(infatti il football inglese deriva proprio dal rugby, quindi è ipotizzabile in una linea cronologica: calcio storico, rugby, calcio moderno).

La pratica di sport che utilizzano corpi sferici di grandezza variabile è antichissima e praticamente diffusa in ogni cultura antica. Non sfuggono a questa logica i Greci che praticavano un gioco chiamato Sferomachia, di cui sappiamo solo che adottato dai Romani prese il nome di Harpastum (strappare a forza). L'Harpastum veniva giocato su terreni sabbiosi da due squadre di ugual numero di giocatori che dovevano attenersi a dei regolamenti molto precisi. Visto il carattere virile della competizione, fatta di lotte serrate e di continui corpo a corpo per il possesso della palla, l'Harpastum ebbe grande successo soprattutto tra i legionari che contribuirono così alla sua diffusione nelle varie zone dell'Impero Romano.

Tra queste c'era sicuramente la colonia Florentia dove secoli dopo sarebbe diventato il gioco tipico della città toscana.

Agli inizi del medioevo, il calcio si era talmente diffuso tra i giovani fiorentini, che questi lo praticavano quotidianamente in ogni strada o piazza della città. Con il passare del tempo però, soprattutto per problemi di ordine pubblico, si andò verso una maggiore organizzazione e il calcio cominciò ad essere praticato soprattutto nelle piazze più importanti della città. I giocatori (calcianti) che scendevano in campo erano perlopiù nobili (anche futuri papi) dai 18 a i 45 anni e vestivano le sfarzose livree dell'epoca, che diedero poi il nome a questo sport.

Le partite venivano organizzate solitamente nel periodo del Carnevale ma non solo. La più famosa è sicuramente quella giocata il 17 febbraio 1530, cui si ispira la moderna rievocazione, quando i fiorentini assediati dalle truppe imperiali, di Carlo V, diedero sfoggio di noncuranza mettendosi a giocare alla palla in Piazza Santa Croce.

Se è vero che per quasi duecento anni non si hanno notizie di partite organizzate, è altresì vero che questo sport era rimasto vivo nella memoria collettiva dei fiorentini. Quest'ultimi infatti, sebbene lontani dalle grandi piazze e dai fasti medievali, continuarono a praticarlo nei propri rioni e quartieri, contribuendo così a forgiare quello che sarebbe diventato secondo il motto popolare "lo spirito moderno del calcio antico".

La prima partita organizzata del XX secolo si giocò nel maggio del 1930 quando, per la ricorrenza del quattrocentenario dall'Assedio di Firenze, su iniziativa del gerarca fascista Alessandro Pavolini, venne organizzato il primo torneo tra i quartieri della città; da allora il Calcio fiorentino è andato riaffermandosi fino a divenire con gli anni la manifestazione rievocativa più importante di Firenze.

Dal 1930, salvo che per il periodo bellico, si svolsero puntualmente fra le secolari mura cittadine le sfide fra i calcianti dei quattro Quartieri storici di Firenze: i "Bianchi" di Santo Spirito, gli "Azzurri" di Santa Croce, i "Rossi" di Santa Maria Novella e i "Verdi" di San Giovanni.

Attualmente le tre partite (due eliminatorie e la finale) si svolgono nel mese di giugno in occasione degli annuali festeggiamenti del santo patrono nell'incomparabile scenario di Piazza Santa Croce.


Il regolamento di un gioco così antico come il Calcio fiorentino ha subìto notevoli mutamenti nei secoli; ai giorni nostri però si gioca con delle regole ben precise che si rifanno a quelle del XIV secolo.

Le partite hanno una durata di cinquanta minuti e si disputano su di un campo rettangolare ricoperto di rena; una linea bianca divide il campo in due quadrati identici e sui due lati del fondo viene montata una rete sovrastante la palizzata che circonda l'intero perimetro di gioco. Su questo terreno si affrontano due squadre composte da ventisette calcianti per parte.

I ventisette calcianti si dividono nei seguenti ruoli: quattro Datori Indietro (portieri), tre Datori Innanzi (terzini), cinque Sconciatori (mediani), quindici Innanzi o Corridori (attaccanti). Al centro della rete di fondo viene montata la tenda del Capitano e dell'Alfiere che hanno il compito di intervenire nelle risse per pacificare gli animi dei propri calcianti. L'incontro viene diretto dal Giudice Arbitro, coadiuvato da sei Segnalinee e dal Giudice Commissario che risiede però fuori campo. Al di sopra di tutti c'è Il Maestro di Campo che sorveglia lo svolgersi regolare della partita e interviene per ristabilire l'ordine e mantenere la disciplina in caso di zuffe sul terreno di gioco. La partita ha inizio con il lancio del pallone da parte del Pallaio sulla linea centrale e la seguente "sparata" delle colubrine che salutano l'apertura delle ostilità. Da questo momento in poi i calcianti delle due squadre cercheranno (con qualunque mezzo) di portare il pallone fino al fondo del campo avversario e depositarlo nella rete segnando così la "caccia" (goal). È importante tirare con molta precisione poiché qualora la palla finisse, in seguito ad un tiro sbagliato o ad una deviazione dei difensori, al di sopra della rete, verrebbe assegnata la segnatura di mezza caccia in favore dell'avversario. Ad ogni segnatura di caccia le squadre si devono cambiare di campo. La vincitrice sarà la squadra che al termine dei 50 minuti di gioco avrà segnato il maggior numero di cacce.

Particolare interessante è anche il premio; oltre al palio infatti, mentre i musici intonano l'inno della vittoria, il Maestro di Campo consegnerà una vitella di razza Chianina alla squadra vincitrice del torneo.

Così come accade oggi nelle nostre città per il calcio moderno, anche nel calcio fiorentino qualsiasi spazio aperto poteva essere utilizzato come campo di gioco dove improvvisare partite più o meno importanti.

Nel medioevo, durante il periodo di sua massima popolarità, il Calcio era talmente diffuso che i signori della città, per garantire la tranquillità degli abitanti, presero a collocare in prossimità dei luoghi dove abitualmente si giocava per strada, dei bandi in pietra che vietavano espressamente tale gioco.

Tuttavia, se si escludono occasioni eccezionali come le partite giocate sull'Arno ghiacciato, le zone preferite per giocare restavano le grandi piazze della città. In particolare erano quattro i campi di gioco preferiti dai fiorentini: piazza Santo Spirito, piazza Santa Maria Novella, il "Prato" (nell'ampio spazio presso la omonima porta) e piazza Santa Croce che veniva considerato, dopo i fatti del 1530, il campo più prestigioso, dove appunto si svolgevano le partite di grande importanza e dove tuttora viene giocato il Torneo dei Quattro Quartieri.

Così come accade oggi nelle nostre città per il calcio moderno, anche nel calcio fiorentino qualsiasi spazio aperto poteva essere utilizzato come campo di gioco dove improvvisare partite più o meno importanti.

Nel medioevo, durante il periodo di sua massima popolarità, il Calcio era talmente diffuso che i signori della città, per garantire la tranquillità degli abitanti, presero a collocare in prossimità dei luoghi dove abitualmente si giocava per strada, dei bandi in pietra che vietavano espressamente tale gioco.

Sono molte le partite passate alla storia, vuoi per il contesto in cui sono state giocate, vuoi per i fatti avvenuti durante il loro svolgimento e riportati dalle cronache del tempo oppure soltanto per le personalità illustri che ve ne presero parte.

Ma "la partita" per eccellenza, alla quale le moderne edizioni si richiamano, è quella che fu giocata il 17 febbraio 1530 durante l'assedio della città. I fiorentini, approfittando del sacco di Roma effettuato dall'esercito imperiale nel 1527, avevano cacciato i Medici e proclamato nuovamente la Repubblica. La cosa non era piaciuta a Papa Clemente VII che aveva chiesto l'intervento dell'imperatore, il quale cinse di assedio la città nell'estate del 1529.

I fiorentini, ormai stremati dalla scarsità del cibo, decisero di non rinunciare però ai festeggiamenti del Carnevale e addirittura, in segno di sfida verso gli assedianti, vollero organizzare una partita di calcio nella piazza di Santa Croce, che per la sua posizione era ben visibile dalle truppe nemiche accampate sulle colline circostanti. Per ridicolizzare maggiormente gli avversari, un gruppo di musici si mise a suonare sul tetto della chiesa cosicché gli imperiali avessero un'idea più chiara di ciò che stava succedendo. D'improvviso una palla di cannone dalle batterie assedianti fu sparata verso la piazza ma questa volò sopra le teste dei musici e andò a finire oltre la chiesa non facendo alcun danno, accolta dallo scherno della folla e dagli squilli delle trombe fiorentine.

Non si hanno notizie dei vincitori di quella partita, probabilmente perché fu sentita più come uno sforzo collettivo contro il nemico che un torneo vero e proprio. Nonostante il coraggio dimostrato però, nell'estate dello stesso anno, la città fu costretta ad arrendersi e il dominio dei Medici riprese.

Altre partite riportate dalle cronache del tempo e degne di nota sono:

1491 -Si giocò eccezionalmente sull'Arno ghiacciato.
1570 -Si giocò a Roma nelle terme di Diocleziano in occasione della nomina a granduca di Cosimo I de' Medici.
1575 -Partita giocata a Lione, organizzata dai mercanti fiorentini in onore del re Enrico III.
1584 -Partita di Calcio in onore di Eleonora de' Medici e Vincenzo I Gonzaga. Oltre alla partita venne organizzata anche una corrida. A impressionare però è il numero degli spettatori che assistettero all'evento: oltre quarantamila.
1605 -Si giocò ancora una volta sull'Arno ghiacciato dal 24 dicembre al 20 febbraio.
1650 -Partita giocata fra le squadre rivali dei Piacevoli e dei Piattelli. Vinsero i Piattelli ma le cronache del tempo parlano della partita come di uno scontro epico, più simile a una vera e propria battaglia sia in campo che fuori.
1681 -Durante lo svolgimento della partita del 17 gennaio Francesco Gerini venne assassinato da Filippo Piero Strozzi nelle immediate vicinanze del campo.
1689 -Si giocò per festeggiare le nozze di Ferdinando de' Medici e Violante Beatrice di Baviera. La partita è passata agli annali però per il fatto che a sfidarsi furono una rappresentativa europea contro un'asiatica.
1766 - Una partita ebbe luogo a Livorno, in occasione della venuta delle altezze granducali Pietro Leopoldo I e Maria Luisa. Alla partita assisté il console d'Inghilterra e si dice che da qui si possa parlare di un influsso del calcio fiorentino sulla nascita del football!!!

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