24 ottobre 2007

OWEN RIVELA: "SE NON FOSSI STATO UN CALCIATORE, CHISSA' DOVE SAREI FINITO..."


Il calcio è stata la sua salvezza. Non avesse cominciato a prendere a calci un pallone, Michael Owen sarebbe finito su una brutta strada, al pari di tanti teenager inglesi, e sarebbe stato sicuramente risucchiato nella spirale del crimine. E’ stato lo stesso campione del Newcastle ad ammetterlo durante un incontro con i ragazzi all’Helsby Community Sports Club nel Cheshire, proprio all’indomani del nuovo appello lanciato dalla polizia per trovare l’omicida dell’undicenne Rhys Jones, freddato con un colpo in testa il 23 agosto scorso e ancora a piede libero.
RISCHIO OBESITA' - "Quand’ero piccolo, passavo sempre delle ore al parco a dare calci a un pallone – ha raccontato Owen al Daily Star – . In questo modo, sapevo che sarei rimasto lontano da altre cose molto più pericolose e voi sapete bene a cosa mi riferisco. Se non mi fossi comportato così, chi può dire dove sarei finito?". Secondo Owen, è l’intera società che deve aiutare i giovani a trovare un’alternativa sicura alle gang e alla vita da strada. "Incoraggiare i ragazzi a giocare a calcio e a dedicarsi allo sport è indubbiamente una bella cosa e gli esempi positivi devono servire proprio a questo". Altro problema che pare preoccupare non poco l’asso della Premier League è il dilagare dell’obesità giovanile, causata anche dalla scarsa attività fisica, oltre che da abitudini alimentari sbagliate. "Molta gente si piazza davanti ai computer e si diverte a starci magari per tutto il giorno, giocando ai videogames. Così facendo, però, i ragazzi si muovono poco o nulla e, alla fine, il loro corpo ne risente".

Nessun commento: