9 aprile 2010

ALLARME AI MONDIALI


WASHINGTON, 9 aprile - Al Qaeda minaccia di colpire la nazionale azzurra durante i Mondiali in Sudafrica. La rete televisiva Cbs ha trovato un annuncio su internet in cui l'organizzazione di Osama bin Laden annuncia di avere nel mirino le squadre di Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania e Italia. «Che sorpresa sarà quando in un incontro tra Stati Uniti e Inghilterra trasmesso in diretta si sentirà in uno stadio pieno di spettatori il rumore di un'esplosione e ci saranno decine o centinaia di cadaveri» si legge nella nota. La partita tra statunitensi e inglesi sarà giocata nello stadio di Rustenburg il 12 giugno.

LA MINACCIA - La nota dei terroristi continua con la minaccia diretta alle nazionali dei principali paesi europei: «Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania e Italia: tutte nazioni che partecipano alla crociata contro l'Islam». E quindi passibili di attentati, visto che «Al Qaeda sarà presente alle partite». Il gruppo armato annuncia che utilizzerà esplosivi innovativi, capaci di passare senza problemi i controlli di sicurezza ai Mondiali. «Tutti i dispositivi di sicurezza e gli apparecchi a raggi X che l'America manderà in Sudafrica dopo aver letto quest'articolo non saranno capaci di bloccare le bombe nello stadio. Per una semplice ragione che riveleremo a tempo debito. È tutto pronto per il grande evento, Mr. Platter? (storpiatura di Blatter, ndr)»

FIGC: SIAMO IN CONTATTO CON VIMINALE - «Siamo stati avvisati ufficialmente questa mattina da Roberto Massucci, designato dal ministero dell'Interno a curare la nostra sicurezza al Mondiale, dell'esistenza di queste minacce. Di più non vi posso dire». Antonello Valentini, direttore generale della Federcalcio, conferma che il Viminale è stato allertato per le minacce fatte da Al Qaida a varie nazionali, tra le quali quella italiana, per i Mondiali di calcio in programma a partire dall'11 giugno in Sudafrica. «In questo campo - aggiunge solamente Valentini - di noi si occupa il Ministero dell'Interno, altro non posso dire se non che siamo in ottime mani».

LA FIDUCIA - «La realtà è che quanto c'è una federazione come la Fifa che ha la responsabilità organizzativa di un grande evento come i Mondiali io sono tranquillo». Così il presidente del Coni, Gianni Petrucci, a margine della presentazione degli Internazionali di Italia di tennis, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano un parere sulle minacce arrivate questa mattina da Al Qaida in previsione dei Mondiali di calcio che si svolgeranno da giugno in Sudafrica. «Mi fido della Fifa - ha concluso Petrucci - che avrà certamente tutti gli strumenti per un'attenta organizzazione».

L'ANALISI - Non c'è al momento alcuna minaccia specifica che riguarda la delegazione italiana che sarà impegnata nei mondiali di calcio sudafricani. È quanto si apprende da fonti d'intelligence che stanno analizzando il comunicato dell'Aqmi, il braccio armato di Al Qaida in nord Africa, in cui si fa uno specifico riferimento all'Italia e ad altri Paesi impegnati in quella che i terroristi definiscono la "campagna sionista-crociata contro l'islam". Un comunicato, viene fatto notare, che va letto più come "propaganda" che come minaccia concreta: i mondiali di calcio - come d'altronde ogni manifestazione o evento sportivo di portata internazionale - offrono una vetrina mediatica che il network del terrore non può non tentare di sfruttare. Cosa che è già avvenuta in passato. L'attenzione resta comunque alta: "nessun segnale viene sottovalutato - si rileva in ambienti dell'intelligence - e il dispositivo di sicurezza è definito da tempo, pronto eventualmente ad essere adeguato alla situazione". Più volte in questi mesi, 007 e uomini delle forze di polizia italiane hanno avuto incontri in Sudafrica sia con le autorità di polizia locali sia con i colleghi degli altri paesi che parteciperanno alla Coppa del mondo, per pianificare il dispositivo di sicurezza e per scambiarsi informazioni relative a possibili minacce del terrorismo internazionale. Ed è proprio grazie all'analisi di queste informazioni che si è potuto escludere, fino ad oggi, la presenza di una minaccia "concreta". Anche nei rapporti periodici inviati al Viminale dagli 007 non risultano segnalazioni particolari riguardanti la spedizione italiana in Sudafrica. Le grosse manifestazioni di massa, ribadiscono gli uomini dell'intelligence, costituiscono una ribalta mediatica mondiale e, dunque, la possibilità che vi sia un tentativo da parte delle organizzazioni terroristiche di acquisire visibilità, soprattutto attraverso la propaganda, è concreta. È successo così, ad esempio, sia in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 sia per quelle che si sono concluse da poco a Vancouver, in Canada. Al momento dunque, secondo quanto si apprende, non è previsto nè un innalzamento dell'allerta, nè delle misure di sicurezza già predisposte per la delegazione italiana e che tengono normalmente conto anche del rischio terrorismo. Le misure di difesa anti-terrorismo previste in occasioni di eventi di massa o grandi manifestazioni sportive, infatti, viene sottolineato, sono standardizzate ormai da anni e vengono definite congiuntamente tra tutti i Paesi coinvolti e quello che ospita l'evento. Si tratta però di un dispositivo che non è rigido e che può ovviamente essere rimodulato di fronte a eventuali nuove minacce.

Nessun commento: