28 marzo 2009

IL BIANCONIGLIO VOLA AL MANCHESTER CITY


Forse è solo un nuovo capitolo della saga del Manchester City, magari è solo l'ennesima speculazione degli arabi dei Citizen sui campioni milanisti, o forse un tentativo di Ronaldinho per richiamare l'attenzione mediatica e sportiva su di sè, ma la notizia riportata stamane dal Daily Mirror potrebbe creare un terremoto a Milanello: Ronaldinho potrebbe lasciare il Milan. L'asso brasiliano ha infatti confidato al giornale inglese: "Alla fine della stagione voglio incontrare i dirigenti rossoneri. Questa stagione non è stata positiva per me, ma sono un professionista e ho ancora voglia di aiutare il Milan a raggiungere gli obiettivi, e fino alla fine non voglio speculare sul mio futuro". Dinho, arrivato al Milan lo scorso anno con i dubbi dei detrattori che vedevano in lui un'operazione di marketing, ha ben presto zittito tutti a suon di gol e di giocate. Però è iniziata poi, veloce come l'ascesa, la discesa: il verdeoro si è perso nei meandri rossoneri fino quasi a far perdere, nell'ultimo periodo, le sue tracce. Fra infortunio (15 febbraio) e panchina (Ancelotti negli ultimi tempi ce l'ha mandato spesso) Dinho in campo non si vede. E a quanto dicono non si vede spesso neanche agli allenamenti al Centro Sportivo di Milanello: voci maliziose sostengono che invece di fare lo stakanovista sul campo Dinho lo faccia in discoteca. Ora arriva l'annuncio choc di un possibile trasferimento. Ronaldinho ha rivelato al tabloid britannico di intrattenere dei contatti con il Manchester City. I citizen avrebbero pronto nel cassetto un sostanzioso assegno per portarlo già quest'estate in Inghilterra. Il fratello manager dell'attaccante ha inoltre dichiarato: "Alcuni club mi hanno chiesto di Ronaldinho e della sua situazione, ma qualsiasi iniziativa dipende dal Milan". Con questo annuncio, Dinho manda un segnale chiaro ed inequivocabile ai rossoneri: voglio più spazio o faccio le valigie. Ai dirigenti di Via Turati, poco inclini a sopportare calciatori non ortodossi del pallone, l'arduo compito di risolvere la faccenda.

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