4 settembre 2008

THE VOICE FRANK SINATRA ERA DEL GENOA...


"Frank Sinatra era di fede genoana". Lo afferma Giorgio Calabrese, celebre autore di testi musicali per Mina, Aznavour e Astor Piazzolla. "Lo ha detto a me, quando l'ho incontrato nel 1978. Mi disse: 'I have only two faiths: Genova and Genoa' ", ha riferito il celebre autore di testi musicali. "Ha voluto la cravatta rossoblu' per il suo funerale - ha aggiunto un amico di Sinatra, Luciano 'Zeffirino' Belloni -. Io ero li', lo so bene".


Nasce da una famiglia italo-americana. Il padre Anthony Martin (1894-1969) è un pugile siciliano, originario di Lercara Friddi, nei pressi di Palermo (ma Frank Sinatra nel 1986 durante un concerto a Milano disse che suo padre era nato a Catania), emigrato negli Usa con la sua famiglia quando aveva solo 1 anno, mentre la madre, nativa di Rossi di Lumarzo, nell'entroterra della Riviera ligure di Levante, è Natalina Garaventa (1896-1977), una forte donna casalinga dagli occhi blu, divenuta poi influente quando impegnatasi in politica acquisisce credibilità coi voti degli emigranti liguri nei Democratici del North Jersey.
La madre di carattere focoso e tempestoso, soprannominata Dolly, aveva una base di elettori su cui poteva contare, di circa 650 votanti tra amici e parenti, tutti emigranti, che la supportavano politicamente in ogni occasione. La sua posizione influente ed il suo carattere carismatico risoluto le permetteva di tener testa a molti politici locali; riuscì persino a far assumere il marito che aveva avuto solo pochi lavori saltuari alla caserma dei pompieri Hoboken Fire Department, ed alcuni anni dopo lo fece addirittura promuovere a sua insaputa come capitano di una squadra di Vigili del Fuoco: telefonò alla caserma chiedendo di parlare al Capitano Sinatra, tra le risate dei colleghi, ma il marito e gli altri rimasero non poco sorpresi quando capirono cosa era successo. Il 12 dicembre 1915 nasce il suo unico figlio con un parto molto travagliato nel quale il piccolo Francis rischia seriamente di perdere la vita ricevendo tra l'altro i segni che si porterà sino alla morte: il dottore nel tentativo di salvare il piccolo lo estrae violentemente dall'utero con il forcipe che gli procura le cicatrici sul lato sinistro del collo, cicatrici che gli resteranno sempre evidenti. Dopo soli sei mesi di vita Dolly affida il piccolo Francis alla madre perché impegnata in una fabbrica di cioccolato; diviene talmente esperta in questo campo che le viene proposta una promozione con trasferimento in uno stabilimento a Parigi per dirigere una linea di produzione ed istruire gli impiegati locali. Frank non fu mai un bambino problematico, non era un monello, non si mise mai nei guai e mai vide la galera in gioventù, era un ragazzino solitario, passava le ore in casa a guardare le stelle ed era sempre ben vestito e curato. Aveva tanti vestiti che a volte era preso in giro dai ragazzi del suo quartiere di Hoboken. In realtà la sua famiglia non era in ambasce economiche come vuole la leggenda, ma era una tranquilla famiglia borghese della classe media, specialmente dall'età di 5 anni (da quando il padre fu promosso) in poi Francis visse tranquillamente senza problemi economici nella ampia e confortevole abitazione al numero 415 di Monroe St. a Hoboken. La madre non era la tipica mamma italiana che gli americani si aspettavano, non era una madre che esigeva obbedienza e che curava solo il lato alimentare del ragazzo, ma viceversa era molto confidente ed aperta, a differenza del padre, stimolava intellettualmente molto il ragazzo, sognava che divenisse un giorno un ingegnere aeronautico. Quando scoprì le foto di Bing Crosby appese al muro si arrabbiò non poco ma poi quando capì che non c'era nulla da fare per fargli cambiare idea, lo supportò ed incoraggiò a cantare.

1 commento:

Udin ha detto...

Ciao,complimenti per il blog.
Sono arrivato per caso!

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