31 marzo 2008
DOPO L'UDIENZA AL PROCESSO GEA CAPELLO E GIRAUDO RISCHIANO GROSSO.
LA PROCURA DI ROMA IPOTIZZA DI PROCEDERE PER RETICENZA CONTRO IL CT DELLA NAZIONALE INGLESE FABIO CAPELLO E L'EX DIRIGENTE BIANCONERO ANTONIO GIRAUDO, ACCUSATI DI RETICENZA IN CORTE. LO RIFERISCONO FONTI GIUDIZIARIE DOPO UN'INTENSA GIORNATA VISSUTA DAVANTI ALLA 10CIMA SEZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA NEL CORSO DEL PROCESSO GEA. I TROPPI NON RICORDO' E 'NON LO SO, DI CAPELLO E GIRAUDO HANNO INDOTTO IL PM PALAMARA HA CHIEDERE AI GIUDICI LA TRASMISSIONE DEGLI ATTI DELL' UDIENZA.
TROPPE LE DIFFORMITA' NELLE LORO DICHIARAZIONI COME NEL CASO DEL RINNOVO DI CONTRATTO PER DAVID TREZEGUET NEL 2004" RISULTANTI, PER IL PM, DISCORDANTI CON QUANTO DICHIARATO DALL'ATTACCANTE BIANCONERO IN UNA PRECEDENTE DEPOSIZIONE...
AL TERMINE DELL'UDIENZA PRIMA DI LASCIARE L'AULA IL PM PALAMARA HA ESCLAMATO CHE QUEST'OGGI SI E'ASSISTITO AD UN CONVIATO DI PIETRA, FATTO DI RETICENZE. RICOPRDANDO CHE DAVANTI ALLA CORTE CHI E' CHIAMATO A TESTIMONIARE E' OBBLIGATO A DIRE LA VERITA'..... IN MATTIANTA TENSIONE IN AULA TRA BALDINI E MOGGI, L'EX DIRETTORE SPORTIVO DELLA ROMA, L'UNICO A GIOCARE IN ATTACCO, ALLA RICHEISTA DELLA CORTE DI SPIEGARE LA SUA REAZIONE, BALDINI HA DICHIARATO CHE QUELLA MANO ALZATA DI MOGGI E' UNO DEI SOLITI GESTI MINATORI CHE L'EX BIANCONERO GLI HA SEMPRE FATTO.
CARTELLINO GIALLO PER LUCIANO MOGGI E PROCESSO CHE ATTENDE NUOVI COLPI DI SCENA..
29 marzo 2008
MOURINHO SI AVVICINA ALL'INTER. LO DICHIARA IL SUO PORTAVOCE
Ieri sera Massimo Moratti e Josè Mourinho si sono visti a Milano. "Tra l'ex tecnico del Chelsea e l'Inter c'è un discorso ben avviato". A confermarlo, dopo le
indiscrezioni di ieri, è stato il portavoce dell'allenatore portoghese, Eladio Parames. "Si sono visti a Milano. E domani (oggi, ndr) Mourinho tornera in Portogallo". Secondo indiscrezioni, Mourinho avrebbe chiesto a Moratti 9 milioni di euro l'anno, più i compensi per il suo staff. Nella tarda serata di ieri, dopo la smentita del club nerazzurro, il portavoce del tecnico ha però confermato
l'incontro. "E' vero - ha spiegato Parames - Mourinho e Mendes
(il suo agente, ndr) erano a Milano. Nel pomeriggio hanno incontrato il presidente dell`Inter. La riunione c'è stata e vi assicuro che il clima è stato molto positivo. Se il discorso non fosse stato ben avviato, Mourinho non sarebbe venuto a Milano".
28 marzo 2008
ANCHE A MANCHESTER HANNO TOTTY, MA è UNA BIONDINA CHE DA CONSIGLI SUL TRAFFICO...
Sembra quasi una barzelletta, ma è tremendamente e ironicamente vero. Anche a Manchester hanno Totti. Peccato che il loro si scriva con la 'y' e non sia un campione di calcio, bensì il 'Totty' versione british è una gentil donzella bionda e con gli occhi azzurri che da informazioni sul traffico su Channel M. La rubrica si chiama 'Totty's traffic and travel' e va in onda ogni giovedì, fornendo indicazioni utili ai cittadini della città inglese. L'alter ego femminile del campione giallorosso è l'ennesima dimostrazione che fra la Roma e il Manchester c'è un filo che li unisce e che martedì prossimo, il capitano proverà a spezzare per sempre. Con buona pace di Totty!
CHANNEL M's Michelle Totton brings you the latest essential travel information for Greater Manchester.
INTER 100: le origini
La storia dell' Inter, o meglio: del "Football Club Internazionale di Milano", ha inizio la sera del 9 marzo 1908. "Inter" sta infatti per "Internazionale", vale a dire una squadra aperta verso l'estero, anche nel senso di offrire spazio a giocatori non italiani (come il suo primo Capitano, lo svizzero Manktl). L'Inter era la risposta al preesistente "Milan Cricket and Football Club", e si sentiva ben simboleggiata dal dipinto dedicatole dal pittore Giorgio Muggiani. I colori della Società - oro, nero, azzurro - sono rimasti gli stessi di oggi. Primo Presidente era il veneziano Giovanni Paramithiotti. Due anni dopo arriva il primo scudetto, conquistato con un bel risultato (11-3) contro la Pro Vercelli, dopo un campionato non facile. Con la Grande Guerra si manifesta il caos, anche per la nostra Inter. Il Capitano del primo scudetto, Virgilio Fossati, partito per il fronte, fu uno dei tanti che non tornarono più a casa. Il Presidente di allora era Giuseppe Visconti di Modrone. Passato questo periodo così difficile, l'Inter riesce comunque a recuperare alla grande la sua grinta e la sua voglia di sognare: nel primo campionato organizzato nel dopoguerra vince infatti il secondo scudetto, battendo il Livorno per 3-2, il 20 giugno1920. Durante il successivo periodo fascista probabilmente non risulta gradita l'apertura "internazionale" della squadra: l'Inter è costretta a fondersi con l'Unione Sportiva Milanese, cambiando nome e maglia. Si trasforma in Ambrosiana, con maglia bianca rossocrociata. Ma i suoi tifosi la sostengono all'Arena, urlando come sempre "Forza Inter". Nel 1932 viene concessa la possibilità di abbinare i due nomi: nasce quindi l'Ambrosiana-Inter. Il terzo scudetto arriva nel 1930, a dieci anni dal precedente. E' il periodo di Giuseppe Meazza e dei suoi successi in Nazionale (ai Mondiali del '34 e del '38). Il quarto scudetto l'Inter lo conquista proprio nel 1938, con Meazza. E, nel 1939, arriva anche la prima Coppa Italia. Nel '40 Meazza si infortuna gravemente e la squadra deve farne a meno per l'intera stagione. Nonostante questo grosso inconveniente, dopo aver lottato con il Bologna fino all'ultimo giorno, nel giugno del 1940 la vittoria è per l'Inter: quinto scudetto. Otto giorni dopo, Mussolini annuncia l'entrata in guerra al fianco della Germania. Il campionato continuerà fino al giugno del 1943: oltre non è più possibile, per ovvie ragioni. Dal 1942 il Presidente è Carlo Masseroni: la squadra recupera il suo nome originario "Internazionale" e, nel 1945, tutti la riconoscono semplicemente come "Inter". A questo punto è d'obbligo ricordare che il grande Meazza, dopo aver segnato 224 gol per l'Inter sui suoi complessivi 248, e dopo aver concluso le sue ultime stagioni al Milan e alla Juventus, lascia il calcio. A lui è dedicato lo stadio dove adesso giocano Milan e Inter, ristrutturato per i Mondiali di Italia '90 con l'edificazione di un terzo anello che ne ha portato la capienza complessiva a 85.000 posti. Durante i primi anni Cinquanta, Inter significa Armano e "Veleno" Lorenzi, l'olandese Wilker, lo svedese "Nacka" Skoglund e l'ungherese-apolide Nyers: un attacco fortissimo. Per non parlare dell'imbattibile portiere, Giorgio Ghezzi, detto "il Kamikaze", e dell'allenatore Alfredo Foni. Tutti insieme portano all'Inter, nel 1953, il sesto scudetto. Non basta: nel 1954, la squadra conquista il settimo scudetto. Nel 1955 diventa Presidente Angelo Moratti, petroliere: "il Presidente", che accompagnerà l'Inter a livelli indimenticabili. Le altre squadre sono davvero forti: Milan, Juventus, Fiorentina.. All'Inter arrivano Massei, Vonlanthen, Firmani, si avvicendano allenatori, si impegna Meazza, ma i risultati non sono buoni. Nel 1957, però, arriva l'argentino Antonio Valentin Angelillo, cresciuto nel Boca di Buenos Aires e l'anno dopo realizza per l'Inter ben 33 gol durante il campionato. Un record imbattuto, ma insufficiente: serve solo a raggiungere il terzo posto, dopo Milan e Fiorentina. Ma il suo Presidente continua a credere nelle potenzialità, nelle qualità della Squadra. E con lui, sua moglie Erminia, che ha reso la squadra quasi una grande famiglia, e i suoi figli, tra i quali Massimo, attuale Presidente. Alla fine degli anni Cinquanta, nel 1958, la svolta decisiva: fra i giovani, a 16 anni, entra Mario Corso. Nel 1960, arrivano Italo Allodi, che si occuperà della Società per 20 anni, e Helenio Herrera, che allenava in Spagna. Herrera è un tipo meticoloso, che sta sempre con gli occhi addosso alla squadra e conosce davvero il calcio. Il campionato del 1961 si conclude per un soffio a favore della Juventus, dopo episodi incredibili... Una partita, sospesa per invasione di campo e data vinta dall'Inter a tavolino per 0-2, viene rimessa in gioco a torneo concluso. L'Inter, per provocazione, mette in campo i giovani della Primavera e perde per 9-1. Quel gol è di Sandro Mazzola. C'è l'esordio di Giacinto Facchetti e la ripresa di Picchi, Burgnich, Zaglio. Lascia invece Angelillo, e poi anche Lindskog e Firmani. Ma arrivano Bettini, Hitchens e Suarez. La grande Inter degli anni sessanta è appena nata e vincerà tutto grazie anche a Picchi, Facchetti, Mazzola e Jair.
TEGOLA FLETCHER PER LO UNITED: STAGIONE FINITA
IN INGHILTERRA IL PROFESSORE E' DIVENTATO PRESIDE...
Così questa mattina il 'THE SUN' parla di Fabio Capello, dopo la sconfitta a Parigi contro le Blue.
Ma per essere un insegnante di successo - o un gestore di calcio - è necessario riuscire a far capire il prorpio messaggio a chi ascolta.
Capello sta lottando per insegnare il suo credo ai nuovi alunni, mercoledì sera pero' al cospetto della gente a Saint Denis l'attegiamento della su Inghilterra
era davvero confuso.....
Nel primo tempo ha giocato con una nuova formazione, con un modo diverso dal solito di difendere e attaccare. Nella ripresa quando le cose si erano messe male, Capello è tornato al 4-4-2, chiamando in causa la star del Newcastle Michael Owen. Fin dall'entarat in campo il Wonderboy è sembrato disorientato e parlando con il suo compagno di reparto Peter Croch avrebbe detto:"non so cosa devo fare... Devi chiedere a lui"....
ABBEY ROAD 1969
* Sulla copertina i quattro attraversano un passaggio pedonale su Abbey Road, nel centro di Londra.
* Paul è a piedi nudi e ad occhi chiusi, come ogni cadavere che si rispetti.
* Paul fuma sorreggendo la sigaretta con la destra (McCartney è mancino, mentre il suo sosia Bill Shears è destrorso).
* Il suo passo è fuori sincrono rispetto agli altri tre.
* Sul retro della copertina, la scritta "Beatles" è tracciata su alcune mattonelle. La "S" è su una mattonella spezzata, a riprova che il gruppo non è più integro.
Questi gli indizi, innegabili, presenti sulle copertine e all'interno dei dischi. Nessuna conclusione, nessuna certezza; ma ogni lettore può trarre le sue conclusioni.
Solo un'ultima curiosità: a distanza di trent'anni dalla sua presunta morte, anche Paul McCartney (o il suo sosia) ha voluto dire la sua, pubblicando un album dal titolo Paul is live (Paul è vivo).
Questo dimostra che il dibattito continua. La nuova copertina riguarda ancora una volta il celebre attraversamento pedonale di Abbey Road a Londra.
In questo caso, però, l'immagine sarebbe stata voluta da Paul (o dal suo sosia) per dimostrare che il musicista, vero o no che sia, è ancora vivo. La foto è la stessa, ma vi compare solo Paul. Sulla sinistra, osservate bene, c'è lo stesso Maggiolino della copertina con i quattro, ma con una targa differente: "51 IS", ossia: "(Paul) ha 51 anni. In altre parole: è tuttora vivo.
il RE della KIPPAX
Soprannominato "The King of the Kippax" ("Il Re della Kippax", dal nome di una parte dello stadio del Manchester City), e Nijinsky dal nome del famoso ballerino, Bell è da molti ritenuto come il più grande giocatore di sempre del Manchester City. Era parte del famoso trio dei tardi anni '60 e primi anni '70 insieme a Francis Lee e Mike Summerbee. Cominciò la sua carriera al Bury, capitanando la squadra in giovane età. Nel 1966 si trasferì al Manchester City ed aiutò il club a guadagnare la promozione alla First Division quello stesso anno. Mentre tentava di acquistarlo per il Manchester City, Malcolm Allison ingannò gli altri club interessati affermando che il giocatore non sapeva colpire di testa, non sapeva passare, definendolo "senza speranze". Lo stratagemma funzionò e Bell firmò per il Manchester City. Nel 1968 aiutò il City a vincere per la seconda volta la massima serie del campionato inglese. Lo stesso anno Bell fece anche la sua prima apparizione con la maglia della nazionale inglese contro la Svezia, contribuendo alla vittoria per 3-1 (l'ultima volta che l'Inghilterra è riuscita a battere la Svezia). Nel 1969 il Manchester City vinse la FA Cup con una vittoria 1-0 sul Leicester City, grazie ad un gol di Neil Young. Lo stesso anno Bell si distinse in nazionale, segnando l'unico gol in una vittoria 1-0 sull'Olanda e segnando anche contro il Brasile. Nel 1970 vinse con il Manchster City la Coppa di Lega e la Coppa delle Coppe.
Nel 1970, insieme al compagno di squadra Francis Lee, si guadagnò un posto nella nazionale inglese per i Mondiali in Messico. Per aiutare i giocatori ad acclimatarsi al clima messicano, la squadra organizzò una mini-olimpiade tra i giocatori inglesi che vide Bell vincere ogni gara. Durante il torneo, Bell giocò nei quarti di finale, entrando al posto di Bobby Charlton nella partita persa contro la Germania Ovest. La sostituzione fu criticata da alcuni, che la giudicarono il punto di svolta in negativo della gara. Comunque Charlton ha sostenuto che non fu la sostituzione a cambiare la gara, dato che la Germania Ovest segnò il primo gol prima che Charlton venisse sostituito ed il fatto che al tempo la Germania Ovest spesso rimontasse le partite indica come sia sbagliato incolpare la sostituzione della sconfitta inglese.
In tutto Bell fece 48 apparizioni e segnò nove gol per l'Inghilterra. Fu anche capitano della nazionale per una partita persa contro l'Irlanda del Nord nel 1972. Nonostante questi successi, Bell fu scontento di non poter fare di più a livello internazionale, a causa della mancata qualificazione inglese per i mondiali del 1974, un fallimento che causò anche l'addio di Alf Ramsey alla panchina inglese. L'ex allenatore di Bell al Manchester City, Joe Mercer, allenò la nazionale per un breve periodo e in quel periodo fece giocare Bell in tutte le gare.
Bell è considerato come uno dei migliori centrocampisti inglesi di sempre, descritto da un commentatore come "the most finished article in the modern game". Tra le sue migliori performance con la maglia inglese si ricordano la doppietta in un 7-0 contro l'Austria ed il contributo dato alla vittoria contro i campioni mondiali della Germania Ovest nel 1975, nell'occasione della centesima partita internazionale giocata a Wembley. La squadra che batté i tedeschi in quella partita consisteva di una linea d'attacco con Mick Channon, Kevin Keegan, Malcolm Macdonald, Alan Hudson, Alan Ball e lo stesso Colin Bell.
Tragicamente, nel 1975, all'età di 29 anni Bell si infortunò in uno scontro con Martin Buchan del Manchester United dutante una partita di Coppa di Lega all'Old Trafford. Tentò un ritorno nel 1977, ma nel 1979 pose fine alla sua carriera, non essendo più riuscito a recuperare la forma ottimale. L'allora presidente del Manchester City Peter Swailes descrisse Bell come "insostituibile", opinione che si rivelò corretta allorché Malcolm Allison, di nuovo allenatore del Manchester City negli ultimi anni 70, non riuscì più a trovare un trio di giocatori talentuosi del calibro di Bell, Summerbee e Lee.
Sebbene nel 1980 Bell avesse provato a risollevare la carriera trasferendosi al San Jose Earthquakes, giocò solamente cinque partite per il club.
Bell più tardi continuò il suo lavoro con il club di Maine Road lavorando con le giovanili, ma lasciò prima di ritornare durante gli anni 90 come ambasciatore per il club. Nel 2004 la West Stand del nuovo stadio del Manchester City assunse il nome di "Colin Bell Stand"; un onore unico, se si esclude una delle strade che conducono allo stadio, chiamata "Joe Mercer Way" dal nome del più famoso allenatore di sempre del Manchester City.
Bell fu introdotto nella English Football Hall of Fame in riconoscimento del suo contributo al calcio inglese. Lo stesso anno divenne Membro dell'Impero Britannico in riconoscimento al suo impegno nel campo della carità. Nel 2005 scrisse anche un autobiografia intitolata "Colin Bell: Reluctant Hero", in cui rivelava la morte della madre per cancro all'età di 39 anni, quando Bell era ancora troppo giovane per ricordare. Il figlio di Bell, un chirurgo, diede il libro al suo capo che, leggendo della madre di Colin, suggerì che la malattia potesse essere ereditaria: il calciatore fu esaminato, fu scoperto che aveva alcuni sintomi della malattia e successivamente curato.
Molti grandi giocatori hanno spesso definito Colin Bell come uno dei più grandi giocatori inglesi. Bobby Charlton ha detto che "Colin Bell era indiscutibilmente un gran giocatore". Alan Mullery, un altro degli ex compagni di squadra di Bell nella nazionale inglese, ha detto che Bell sarebbe "ancora una stella nel calcio odierno" e "potrebbe giocare in qualsiasi squadra".
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