10 ottobre 2007

LO SQUALO JOE JORDAN, TRADITORE COME CANTONA, DA LEEDS A MANCHESTER POI MILAN E VERONA




Joseph "Joe" Jordan (Carluke, Regno Unito, 15 dicembre 1951). Calciatore britannico, nazionale scozzese.

Centravanti, dopo il periodo delle giovanili passò nel 1970 al Leeds dalla sua squadra scozzese del Greenock Morton per la cifra di 15 mila sterline.

Nei primi anni della sua carriera, perse gli incisivi superiori per i duri contrasti di gioco con i difensori avversari, per cui fu costretto a portare una dentiera che era solito togliersi per entrare in campo, dandogli un’espressione molto particolare che gli valse il soprannome The Shark (lo Squalo).

Al Leeds dovette fare parecchia gavetta prima di potersi conquistare un posto da titolare nell’attacco, mettendosi peraltro in luce nel 1973 con 16 presenze e 9 reti, la finale di Coppa delle Coppe persa contro il Milan e la prima convocazione nella nazionale scozzese contro l’Inghilterra a Wembley.

La stagione seguente giocò con maggior continuità nella squadra che conquistò il titolo inglese con una sorprendente striscia di gare senza sconfitte, ben 29, conquistandosi un posto nella nazionale scozzese e così l’accesso ai mondiali del 1974. La Scozia uscì al primo turno, ma Jordan mise a segno due reti.

Dopo la seconda sconfitta in Coppa dei Campioni, nel 1975, il Leeds entrò in una fase di declino, sancita anche dalla cessione di Jordan al Manchester United per 350.000 sterline.

Con la maglia della sua nazionale Jordan fu al centro di una polemica legata alla partita di qualificazione ai mondiali del 1978: nella sfida decisiva contro il Galles, fu proprio lui a toccare la palla di mano nell’area avversaria. L’arbitro non se ne ravvide e diede un calcio di rigore contro i gallesi convinto che fosse stato il difensore avversario a commettere l’infrazione: la Scozia segnò e si qualificò ai mondiali a spese degli avversari. In Argentina seguì le infelici sorti della sua nazionale, eliminata al primo turno, mettendo però a segno una rete.

Dopo tre stagioni senza alcun successo se non una finale di FA Cup persa nel 1979, Jordan passò al Milan nel 1981: la squadra rossonera era appena tornata in Serie A dopo la vicenda del calcio-scommesse e cercava di allestire una squadra competitiva. Jordan non disputò un campionato eccezionale (due reti in 22 partite), anche se garantì un discreto apporto di reti, fra cui quella che poteva essere decisiva per la salvezza, nell’ultima di campionato. Nonostante quest’ultima vittoria, il Milan retrocesse nuovamente per una serie di circostanze sfavorevoli, in quanto due delle altre dirette concorrenti, Cagliari e Genoa, pareggiarono contro Fiorentina e Napoli con episodi contestati e discutibili.

Convocato per i mondiali spagnoli, nella partita contro l’Unione Sovietica, segnò la sua decima rete in nazionale, diventando l’unico giocatore scozzese capace di segnare in tre differenti edizioni dei campionati del mondo. Tuttavia, nella stessa partita (la cinquantaduesima presenza internazionale), si infortunò e in seguito non disputò altre partite con la maglia della sua nazionale.

Dopo una parantesi a Verona, tornò a giocare in Inghilterra al Southampton F.C. nel 1984, dove rimase tre stagioni, terminando la carriera al Bristol City come giocatore-allenatore.

Terminata la carriera da calciatore, intraprese quella di allenatore alla guida di alcuni club inglesi e scozzesi.

Fatto curioso è che i tifosi del Leeds non hanno mai dimenticato il suo “tradimento” passando agli acerrimi rivali del Manchester United: lo dimostra il fatto che, quando nel 2002 Rio Ferdinand fece lo stesso passo, i tifosi del Leeds esposero uno striscione con la lista dei “traditori” fra cui comparivano, oltre a Ferdinand appunto, Eric Cantona, McQueen e Jordan…

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