5 febbraio 2008

CODICE CAPELLO: GERRARD CAPITANO E REGOLE DA CASERMA


La dura legge di Fabio Capello ha lasciato esterefatti i giocatori della Nazionale e l’Inghilterra intera. Si sapeva che il manager italiano era uno da pugno di ferro e maniere brusche, ma le nuove regole imposte ai calciatori della Nazionale hanno comunque sconcertato, trasformando così l’hotel Grove di Watford in un "campo militare" (la definizione è del Sun), mentre il Daily Mirror parla di "The New Italian Job", a indicare il nuovo corso dell’era Capello. E se Rio Ferdinand & compagni stanno ancora cercando di assimilare i diktat del nuovo c.t., con il difensore del Manchester United che paragona il ritiro al "primo giorno di scuola" e Steve Gerrard che la butta sul diplomatico ("contano solo il rispetto reciproco e i risultati"), David Beckham ha parlato per la prima volta dalla sua clamorosa esclusione, ammettendo che, tutto sommato, Capello ha avuto ragione a lasciarlo fuori dalla sfida contro la Svizzera.
UMILTA' - "E’ stata una delusione - ha detto la star dei Los Angeles Galaxy al Sun - ma in fondo me lo aspettavo, perché conosco Capello e se lui pensa che non sei pronto per giocare, non ti chiama. Rispetto totalmente la sua decisione e la capisco anche, perché non gioco una partita da dicembre, mentre ci sono un sacco di giocatori inglesi che hanno disputato almeno 15 gare negli ultimi due mesi e chiamarmi in squadra non sarebbe stato giusto". Quanto alle insinuazioni che la sua mancata convocazione possa essere legata ai recenti viaggi in Brasile e Sierra Leone, Beckham respinge le illazioni al mittente: "Ho fatto di tutto per farmi trovare pronto e ho lavorato duro per un mese con l’Arsenal. I viaggi in Sierra Leone e in Brasile sono stati di appena 4 giorni, mentre il resto del tempo l’ho passato ad allenarmi. Come mi ha spiegato il tecnico, la mia esclusione dipende esclusivamente dal fatto che non gioco una partita vera da molto tempo".
LE TAVOLE DELLA LEGGE – Conoscendo Capello, Beckham non si sarebbe perciò sorpreso del giro di vite imposto sui comportamenti dei giocatori. Ma per gli altri, come detto, è stato un autentico choc. Ecco nel dettaglio i "10 comandamenti" italiani: nessun ritardo sarà tollerato; bandito il servizio in camera; i telefonini si possono usare solo nelle stanze (proibito usarli a tavola o negli spogliatoi); i giocatori mangiano tutti insieme e nessuno può lasciare la sala da pranzo prima di Capello; in sala da pranzo i giocatori dovranno vestire in maniera elegante (proibiti infradito e calzoncini corti) e dovranno indossare la divisa della Nazionale negli incontri pubblici e prima delle partite; cena alle 8 di sera e coprifuoco tassativo alle 10; nessuna visita di mogli (le famigerate wags), parenti o procuratori durante i giorni di ritiro; concessi 45 minuti di svago dopo cena, ma non si può uscire dall’hotel; niente playstation; tutti i giocatori saranno chiamati per cognome. Non bastasse, Capello ha messo mano anche alla dieta dei suoi campioni, tagliando calorie e grassi con il machete: niente alcool, burro, cioccolato, prosciutto, bevande gassate e caffè, mentre sono permessi acqua e frutta fresca a volontà.
GERRARD CAPITANO - Ora è ufficiale: Steve Gerrard sarà il primo capitano dell'era Capello. Lo ha comunicato lo stesso c.t. alla vigilia della sfida con la Svizzera. "Gerrard è un giocatore importante, perchè può ispirare i compagni - ha detto alla Bbc - ma non nominerò un capitano definitivo prima della sfida con Andorra (in programma il 6 settembre, ndr). Ho già comunicato la mia decisione alla squadra prima di parlare con voi della stampa". Nessuna indicazione, invece, per quanto riguarda la formazione che scenderà in campo domani sera a Wembley: "Informerò i giocatori prima di lasciare l'hotel per la partita", ha puntualizzato il c.t., che ha poi mostrato di non gradire affatto le domande sul "grande assente" David Beckham: "Penso che la cosa più importante sia di parlare di chi giocherà domani, non di chi non giocherà", ha tagliato corto. Quanto alle leggi del "codice Capello", il tecnico le ha confermate in toto: "Abbiamo bisogno di creare un nuovo modo di lavorare, per questo ho fissato delle regole. Tutti noi abbiamo dei ruoli: loro fanno i giocatori, io l'allenatore". Contrariamente poi a quanto successo l'altro giorno, quando Capello ha parlato per la prima volta alla squadra in inglese, l'allenatore si è presentato in conferenza stampa con accanto l'interprete e ha parlato in italiano: "Parlerò in inglese quando sarò sicuro di dire tutte le parole giuste, perchè voi siete molto bravi a distorcere le cose e io sono molto attento".

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